“Vecchio rincoglionito, cosa aspetti a toglierti dalle palle?”. Più stakanovista di Stakhanov senza obblighi professionali, Corrado Augias è di quegli anziani professionisti del mondo della tv e del giornalismo che non riesce ad andare in pensione. Per questo in tanti lo prendono in giro, più o meno bonariamente. Proprio come ricorda lui stesso in un’intervista a Repubblica per i suoi 90 anni. “Sapessi cosa mi arriva dai social o via mail?”, racconta l’ex conduttore di Telefono Giallo al suo intervistatore. E il concetto riassunto in soldoni sarebbe proprio: “Vecchio rincoglionito, cosa aspetti a toglierti dalle palle?”.
Augias si sente “un bersaglio allo stesso tempo abbastanza visibile e molto indifeso” (anche se non è chiaro rispetto a cosa ndr) anche se poi ricorda che su questa figura del vecchio gentiluomo che alla sua veneranda età è ancora lucido e cosciente, ci ha costruito la sua immagine professionale. E nonostante tutto, Augias addirittura appoggia nientemeno che la riforma Valditara: “Il ministro vuole reintrodurre nelle scuole lo studio delle poesie a memoria, io sono d’accordo, ai tempi miei si imparava a memoria, ancora oggi me le ricordo quasi tutti e affliggo i miei nipoti”. Insomma, “la memoria è un muscolo che va allenato”.
Augias sciorina poi il suo storico anticlericalismo ricordando che oggi la Chiesa è messa così male tanto che sono i laici come lui “ad indicare alla Chiesa una via umanistica alla spiritualità”. E sempre dalle parti delle scelte etiche, il celebre conduttore tv afferma che vorrebbe morire senza dolore. “Non vorrei neanche andare in Svizzera”, ironizza. “Morire è una scocciatura. Uno ha tanti progetti (…) ma stare lì con tutti quei tubi attaccati?”. Augias ricorda l’agonia di un caro amico che lo portò anche ad una unga degenza. “Un giorno mi disse: basta non ne posso più. Gli fecero un’iniezione di morfina. Fu il modo migliore per andarsene senza dolore. Io questo voglio fare”.