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Don Euro in carcere dopo la sentenza della Cassazione, chiedeva soldi ai fedeli per viaggi, cene ed escort

Il sacerdote, condannato in primo e secondo grado, era stato denunciato da una prostituta. Era stato ridotto successivamente allo stato laicale
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Con soldi che chiedeva ai fedeli, motivandoli con la richiesta di sostegno alle iniziative della Chiesa, si pagava viaggi, cene e persino feste a luci rosse. Condannato in primo e in secondo grado- anche se con una riduzione in appello – l’ex sacerdote di una parrocchia di Massa, Gianluca Morini, ha cominciato a espiare da alcuni giorni la sua condanna in carcere, a La Spezia. Il 22 gennaio – riporta la diocesi di Massa Carrara Pontremoli con un comunicato – è stata pubblicata la sentenza della Cassazione di conferma della condanna a 6 anni di Morini per estorsione e autoriciclaggio e “ha iniziato il periodo di detenzione nel carcere di La Spezia, epilogo di una vicenda che negli anni scorsi ha provocato dolore e smarrimento in diverse comunità parrocchiali della diocesi”. A far scoppiare lo scandalo nel 2015 fu la denuncia di un escort, a cui Morini si sarebbe presentato come magistrato.

Già nel 2018 il Vaticano aveva emesso un provvedimento col quale era avvenuta la dimissione dallo stato laicale, tramite decreto della Congregazione del Clero, a seguito dei comportamenti che già dal 2015 venivano imputati all’ex sacerdote. Nel 2022 poi Gianluca Morini era stato condannato dal tribunale di Massa a 7 anni e 6 mesi per tentata estorsione ai danni del vescovo emerito, Giovanni Santucci, e per sostituzione di persona, mentre sull’abitazione che gli era stata messa a disposizione è arrivato nel tempo anche lo sfratto esecutivo. Nel 2023 in appello la pena fu ridotta a 6 anni per la prescrizione dell’accusa di sostituzione di persona. “Auspichiamo – afferma la diocesi di Massa – che il tempo della detenzione possa rappresentare una occasione di presa di coscienza, rispetto al dolore e allo scandalo provocato alle vittime dei suoi comportamenti, e di riabilitazione”. Il vescovo Mario Vaccari ha auspicato che “nonostante il grave scandalo e le conseguenze per le comunità, la condanna emessa della magistratura per i reati commessi si accompagni alla preghiera di perdono e di misericordia per lui e per la nostra Chiesa, nell’ottica del recupero e della riabilitazione del condannato”.

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