Nota ai più per le leggendarie sessioni di sesso tantrico con il marito Sting, durate pare fino a sette ore, la produttrice cinematografica e attivista ambientalista Trudie Styler, 71 anni appena compiuti, si rivela regista appassionata e innamorata dell’Italia nel suo nuovo documentario “Posso Entrare? An Ode to Naples”. Un’opera premiata come miglior documentario alla 28esima edizione di Capri, Hollywood International Film Festival e che racconta, attraverso gli occhi e le parole dei napoletani, l’anima vibrante e contraddittoria di una città unica al mondo.
Nel suo documentario, Trudie Styler si immerge nella realtà partenopea, incontrando personaggi come Nora Liello, nuotatrice novantenne che partecipò a una parata per Mussolini e Hitler, e Roberto Saviano, costretto a vivere sotto scorta dal 2006 dopo l’uscita di “Gomorra“. Proprio l’intervista a Saviano è uno dei momenti più toccanti del film: “È molto vulnerabile“, osserva Styler sulle pagine del Times. “Saviano ricorda Salman Rushdie, con il quale ha avuto una lunga corrispondenza. Quando Salman ha perso la vista da un occhio (dopo essere stato accoltellato, ndr), credo che Roberto sia entrato un po’ in depressione”. La regista racconta quindi delle difficoltà incontrate durante la realizzazione dell’intervista, con tre location preparate e una sola approvata all’ultimo minuto dalla sicurezza.
La pellicola esplora infatti le zone più difficili della città, tra cui Scampia, e raccoglie le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle la violenza della criminalità organizzata, come la donna intervistata da Styler la cui madre è stata uccisa in una sparatoria. E poi c’è Sting, che impreziosisce il documentario con un cameo, eseguendo una versione di “Fragile” con una chitarra ricavata dal legno di una nave di migranti: “Non mi piace stare lontana da lui per troppo tempo“, confessa Trudie al Times.
Il suo amore per l’Italia non è una novità: risale ai suoi vent’anni, quando ha recitato in diversi film a Cinecittà, tra cui “La sposa americana” con Harvey Keitel e l’horror “Mamba”. Un legame che si è rafforzato nel tempo, proprio grazie al matrimonio con Sting, con cui fa coppia fissa dal 1982, e alla tenuta in Toscana dove la coppia produce vini pregiati. Un rapporto, quello con l’ex Police, che ha fatto scalpore fin dagli inizi, quando Sting era ancora sposato con la prima moglie, l’attrice Frances Tomelty, amica della stessa Styler. Insieme hanno quattro figli: Mickey, 40; Jake, 39; Eliot, ex Coco, 33; e Giacomo, 29.