La Scozia si ritrova di nuovo senza primo ministro. Humza Yousaf ha annunciato le sue dimissioni dopo soli 13 mesi. Il leader del partito indipendentista Scottish National Party lascia alla vigilia del voto di due mozioni di sfiducia presentate dal partito conservatori e dai laburisti dopo la fine dell’alleanza di governo tra il Snp e i Verdi scozzesi. Si apre così una nuova crisi a Edimburgo dopo il tribolato addio di Nicola Sturgeon.

Yousaf, 39enne primo leader scozzese musulmano e figlio di immigrati pachistani, ha affermato che resterà nel suo posto di ‘first minister’ fino a quando non sarà designato il suo successore alla guida del partito e ha sottolineato di aver “chiaramente sottovalutato il livello di turbamento” causato ai colleghi dei Verdi riconoscendo le sue responsabilità per la rottura degli accordi.

Il primo ministro dimissionario ha sottolineato inoltre di non essere disposto a cercare il sostegno di altri partiti pur di sopravvivere politicamente per non mettere in discussione i propri valori e principi. Ha anche affermato che “continuerà a difendere i diritti e le voci di coloro che spesso non vengono ascoltati”, compresi quanti soffrono la “più orribile catastrofe umanitaria” a Gaza.

Con la dimissione del leader si aggrava ancora di più la crisi dell’Snp, già segnato dallo scandalo riguardante la gestione finanziaria interna che ha travolto l’anno scorso la ex first minister Nicola Sturgeon. I problemi non sono solo a livello locale ma anche a quello nazionale: il partito, che conta 43 deputati nel Parlamento di Londra, è minacciato da un forte ritorno del Labour nella nazione più a nord del Regno Unito con le elezioni politiche previste entro la fine dell’anno.

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