Mentre l’Istat resta ancora senza presidente in attesa della selezione del successore di Giancarlo Blangiardo, sono in stato di agitazione i 400 lavoratori e lavoratrici coinvolti nel cambio appalto del servizio di conduzione e gestione delle interviste con cui vengono aggiornati i dati sulla spesa delle famiglie e la forza lavoro. Mercoledì, mentre i rilevatori si astenevano dal lavoro, un incontro tra un delegato dell’istituto e le rappresentanze sindacali Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp è finito senza risposte soddisfacenti: “Abbiamo ribadito la necessità di garantire la continuità occupazionale“, fanno sapere i sindacati, ma “nonostante l’impegno preso nell’incontro del primo marzo scorso, Istat continua a rifiutarsi di assumersi la responsabilità, come committente, di convocare formalmente le parti sociali e Csa, la società vincitrice dell’appalto”.

“Continuiamo a chiedere che Istat – proseguono le tre sigle – convochi un tavolo per favorire l’incontro tra organizzazioni sindacali e il consorzio di imprese che ha vinto la gara di cambio appalto al fine di garantire la qualità del servizio e una corretta transizione di tutte e tutti i collaboratori coinvolti. Qualora non dovessimo ottenere risposte positive entro la prossima settimana metteremo in campo tutte le azioni possibili, anche con le rappresentanze sindacali dei dipendenti diretti”.

Proprio ieri l’Istituto nazionale di Statistica ha reso noto noto che tornerà ad essere membro della Commissione Statistica delle Nazioni Unite. Lo era stato nel 2010 e poi con un altro mandato fino al 2017. La Commissione è composta da rappresentanti di 24 Paesi. Il ruolo della Commissione è cresciuto negli anni: l’organismo è responsabile della gestione della governance delle statistiche e dei dati e dello sviluppo e aggiornamento di standard e norme statistiche internazionali, oltre che di sviluppo e attuazione di strumenti e metodologie per la comparabilità dei dati.

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