Il ritorno sulla scena politica di Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione Siciliana già condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, provoca da giorni una lite a distanza tra l’ex governatore ora segretario della Dc e Sud Chiama Nord, il partito di Cateno De Luca. Prima De Luca ha attaccato Matteo Renzi, colpevole – secondo De Luca – di aver imbarcato nel suo cartello elettorale per le Europee proprio Cuffaro o comunque personalità a lui vicine, come l’ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Un concetto ripreso stamani in un video su facebook dalla presidente di Sud Chiama Nord, l’ex viceministra del M5s Laura Castelli. “Per noi la politica dev’essere una cosa pulita – ha detto tra l’altro Castelli – non un accordo con chi è stato condannato per reati di mafia”. Di fronte a questi argomenti Renzi ha annunciato una querela e a chi gli chiedeva un commento De Luca ha scelto di rilasciare una sonora pernacchia. Fin qui le puntate precedenti.

Al video sui social di Castelli ora risponde lo stesso Cuffaro che parla di “delirante auto-intervista”. “Si indigna – dice Cuffaro – perché io segretario nazionale della Dc e già condannato per reato di mafia e tra i pochissimi in Italia ad aver rispettato la sentenza e aver scontato per intero e con dignità la pena in carcere e sempre con ostinata fiducia nella giustizia, oggi debba e possa fare alleanze per poter partecipare alle elezioni europee. Oggi, però, è oggi. Ieri invece veniva a trovarmi a casa mia. Si sedeva comoda in poltrona e parlava con me di politica, e prospettava un possibile futuro nel para-politico – afferma – Non mi è apparsa indignata anzi molto attenta e interessata. Ma da democristiano penso che abbia diritto a cambiare idea. Ma penso anche est modus in rebus. Ma vale anche per Cateno De Luca ed i Cateno De Luca simili?”.

E a Cuffaro risponde di nuovo Castelli che contestualizza l’incontro citato dall’ex governatore in altro modo. “Sapevo che si sarebbe alzata la tensione, ma non pensate di intimidire me o la mia famiglia – ribatte – Non mi fanno paura i vostri atteggiamenti politico-mafiosi“. Secondo la ricostruzione di Castelli l’incontro con Cuffaro avvenne quando lei era viceministra. “Mi trovavo a Palermo per una serie di incontri istituzionali – racconta – Amici mi contattano dicendomi che Cuffaro, segretario di partito, insiste per incontrarmi. Figurarsi se nego un caffè. Porto con me due persone del mio staff, tra queste anche un colonnello della Guardia di Finanza. Incontro Cuffaro, mi racconta del suo progetto della Dc. Mi dice che avrebbe vinto alle regionali siciliane e di fatto si sarebbero aperte le porte del paradiso per le figure di spicco della Dc. Mi alzo, saluto, ringrazio per il caffè e vado via con il mio staff”. Insomma, puntualizza Castelli, “non ho mai aderito al partito di Cuffaro o alla Dc, e mai pensato di farlo, e non ho mai chiesto e tantomeno avuto alcun incarico para-politico. Non accetto illazioni e pizzini intimidatori nei miei confronti da parte di Cuffaro”. “Sono abituata a subire attacchi, ho le spalle larghe – conclude – Non mi intimidite. Ho chiesto al nostro Ismaele La Vardera, capogruppo all’Ars di Sud Chiama Nord, di organizzarmi, in un salotto pubblico, un confronto con Cuffaro. Così potrò sdebitarmi del caffè”.

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