Il ministro dell’Istruzione e del Merito spesso fa confusione tra governo e Stato. Non è una sottigliezza. La Scuola è dello Stato, non del governo. All’inizio del mandato equivocò (son convinto inconsciamente) i sostantivi umiltà e umiliazione mentre negli ultimi tempi travisa volontariamente il concetto di Stato e di governo. E’ il caso della vicenda di Pioltello, dove il Consiglio d’Istituto (non il dirigente) del comprensivo “Iqbhal Masih”, nel rispetto del Decreto Legislativo 297 del 1994 e del Dpr 275 del 1999, ha deciso con una delibera (non con la carta da formaggio) di sospendere le lezioni mercoledì 10 aprile per festeggiare Id al-fitr, letteralmente la “festa della interruzione” del digiuno, ovvero del Ramadan.

Di fronte a questa scelta democratica (non entro ora nemmeno in merito all’essere d’accordo o meno) il ministro dell’Istruzione Valditara, imbeccato dal suo leader Matteo Salvini, ieri, mentre con la mano destra firmava accordi con l’Egitto, con la sinistra a colpi di “X” mostrava i muscoli scrivendo: “Ho chiesto agli uffici competenti di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento”.

Ora, Valditara è troppo intelligente per non sapere l’ordinamento citato sopra ma – in campagna elettorale – gli fa comodo dare in pasto all’opinione pubblica il messaggio dell’uomo forte al potere che ispeziona, accerta. Il professore leghista, il Decreto Legislativo 297 del 1994 e il Dpr 275 del 1999, lo conosce molto bene e sa altrettanto bene che un ministro non dovrebbe assolutamente fare ingerenza nel Consiglio d’Istituto di una scuola eletto democraticamente dalla comunità scolastica. Per chi non lo sapesse, il Consiglio d’Istituto è costituito dai rappresentanti del personale docente, del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, dei genitori degli alunni e dal preside che non lo presiede nemmeno, come previsto dalla norma.

L’articolo 10 del Decreto Legislativo 297 del 1994 al comma 3, tra le attribuzioni del Consiglio d’Istituto, prevede “l’adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali”. Non solo. Il Dpr 275 sull’autonomia delle scuole all’articolo 5, comma 2, prevede che “Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle Regioni a norma dell’articolo 138, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112”.

Se non bastasse, sul sito del ministero c’è scritto: “Le istituzioni scolastiche possono, sulla base del calendario scolastico della propria Regione, deliberare di anticipare o posticipare la data di inizio delle lezioni o di individuare altri giorni di sospensione delle attività didattiche garantendo comunque l’effettuazione di almeno 200 giorni di lezione”. Esattamente quello che hanno fatto all’“Iqbhal Masih” dove hanno preso una decisione tenendo conto delle esigenze ambientali, visto che nella scuola i bambini di religione musulmana sono la maggioranza; del Piano dell’offerta formativa che parla di inclusione; del rispetto dei giorni di scuola. Nulla di strano. A Pioltello hanno sospeso le lezioni in virtù del fatto che ogni istituto ha facoltà di utilizzare tre giorni discrezionali di vacanza, che si aggiungono a quelli “canonici” stabiliti dall’Ufficio scolastico regionale. Nella mia scuola le lezioni, ad esempio, vengono sospese nel giorno di Santa Lucia.

Se poi il ministro Valditara ha deciso nottetempo che in questo Paese i Consigli d’Istituto non valgono più nulla e che decide lui tutto ce lo dica espressamente. Se, invece, si tratta dell’ennesima battaglia per difendere – per dirla alla Salvini – “i valori, l’identità e le tradizioni” italiane, allora cambino la Costituzione e inseriscano nella Carta che, come l’Iran è una Repubblica islamica, l’Italia è una Repubblica cristiano-cattolica.

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