Una famiglia tunisina costretta a dormire in macchina perché nessuno offre loro un contratto di locazione a Padova. Una coppia anonima che prima li ospita in casa propria per un mese, poi compra una palazzina con giardino e infine gliela affitta a un prezzo calmierato. Una storia a lieto fine, di cui però, in un articolo, sembrava essersi presa il merito la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada. Solo dopo avere letto un articolo i protagonisti della vicenda si sono sentiti in dovere di uscire dall’anonimato per denunciare la falsità della rivendicazione da parte del sindacato: “Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata, ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità”, spiega su Facebook l’immunologa Antonella Viola, svelando il proprio ruolo nella vicenda.

“Leggo su un articolo: ‘Haddad e Asma hanno due bambini piccoli. Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, è riuscita a trovare una soluzione’. Bellissimo, peccato che sia tutto falso” denuncia Viola.

L’immunologa ricostruisce allora la vicenda. “Io e mio marito abbiamo tolto dalla strada la famiglia di Asma, portandoli dapprima in casa nostra, dove abbiamo convissuto per un mese, e poi comprando un appartamento che andasse bene per le loro esigenze per poterlo affittare ad un prezzo onesto – racconta – Non ho mai visto la Cgil, né la Caritas né alcuna altra associazione. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche. La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto. Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti”.

Il sindacato, sul Corriere Veneto, ammette: “L’articolo era scritto male, lo abbiamo corretto, la professoressa Viola ha ragione: ci siamo interessati subito alla vicenda di Asma, ma la docente si è mossa autonomamente. Non abbiamo mai voluto sapere chi fossero i benefattori, abbiamo avuto oggettiva difficoltà anche noi a trovare una sistemazione perché nessuno voleva dar loro una casa. Abbiamo fatto anche da filtro a tante richieste assurde di persone che volevano tenere i bambini della coppia, lasciando per strada i genitori… non volevamo attribuirci nessun merito, nella costruzione dell’articolo on line mancava il passaggio che Asma e la sua famiglia avevano trovato una sistemazione grazie a alla generosità di una privata cittadina, lo abbiamo aggiunto”.

Un’incomprensione, insomma, come conferma in parte anche la stessa immunologa Viola a Repubblica: “Ho sentito Barbara Schiavo e ci siamo chiarite, abbiamo faticato molto per trovare una sistemazione a quella famiglia e vedere che c’era qualcuno che si vantava di aver risolto i problemi, quando non era vero, mi ha infastidita. Comunque l’unica cosa importante è che Asma, Nadir e i bambini siano felici, noi siamo felici per loro”.

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