Trenta reggiseni e quasi quaranta paia di mutande femminili. Secondo l’accusa è questo il bottino di un presunto ladro di Sora, in provincia di Frosinone, accusato ora di “furto continuato” e “violazione di domicilio“. Domicilio, perché secondo le indagini l’intimo femminile non veniva portato via dai negozi di lingerie, ma dagli stendini delle case della zona. L’uomo, un impiegato pubblico poco più che 40enne, assistito dall’avvocato Giampiero Vellucci del foro di Frosinone, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini a suo carico, e rischia di finire sotto processo. Ha venti giorni per fornire nuovi elementi altrimenti per lui verrà chiesto il rinvio a giudizio.

Le indagini sono partite ad ottobre dello scorso anno, quando una pattuglia dei carabinieri di Sora ha notato l’uomo accostare l’auto vicino a un villino, entrare in maniera furtiva nel giardino e uscirne dopo pochi minuti senza essersi però introdotto nell’abitazione. Raggiunto e perquisito, gli inquirenti avevano trovato nelle tasche dell’uomo tre reggiseni e tre mutande da signora, che aveva appena rubato dallo stendino sul prato. A quel punto, i carabinieri si sono fatti autorizzare la perquisizione nella casa dell’impiegato in un centro a poca distanza da Frosinone, rinvenendo altri capi di biancheria femminile, tutti usati, lavati e ben riposti nei cassetti. Nei giorni successivi, varie signore si sono presentate in caserma segnalando che avevano notato la strana scomparsa della loro biancheria personale stesa, riconoscendola poi tra le foto di quella che era stata trovata in case del 44enne.

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