Coerentemente con la teoria dei riflessi pavloviani, appena qualcuno pronuncia la parola “patrimoniale” partono gli ululati. Se poi a pronunciarla è un’ ex ministra molto controversa come Elsa Fornero il caos è assicurato. “Ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale (in realtà sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato), e infatti molti Paesi europei ce l’hanno”, ha scritto la professoressa sul quotidiano La Stampa. “Le ragioni alla base, spesso abbinate, sono principalmente due: serie difficoltà nella finanza pubblica e gravi iniquità sociali“, ha aggiunto , sottolineando poi che “Un debito pubblico elevato deriva da anni in cui i governi in carica, anziché tassare i cittadini per i benefici loro forniti, rinviano al futuro, e perciò alle generazioni giovani e a quelle che seguiranno, parte delle imposte che servono a finanziare la spesa pubblica corrente. L’assenza di crescita e una impressionante serie di shock negli ultimi decenni non hanno impedito che, mentre la povertà si estendeva, una parte molto minoritaria del paese aumentasse la propria quota di ricchezza”. Per Fornero si potrebbe quindi “stabilire un imponibile minimo piuttosto elevato o limitare l’imposta al momento della trasmissione ereditaria, così come la si potrebbe usare per alleggerire l’imposizione sul reddito da lavoro o evitare un aumento netto della pressione fiscale”

Il primo a replicare è il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Di ricette disastrose di questa signora l’Italia ne ha già avute abbastanza. Giù le mani dalle case e dai risparmi degli italiani” dice il leader della Lega. Salvini ce l’ha in particolare con la riforma delle pensioni che la Lega ha sempre contestato ma che, una volta al governo, non è stata capace di cambiare. Si muove poi Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che chiede al Pd di “dissociarsi dalle parole della Fornero”. Non che Fornero sia una deputata Pd ma tant’è. Toti aggiunge che “La sinistra, amante delle tasse, manda avanti la professoressa Fornero per ribadire quanto sarebbe utile e necessaria questa imposta”. Per il ministro del governo Monti, infatti l’introduzione di questa tassa sarebbe motivata “dalle serie difficoltà nella finanza pubblica e dalle gravi iniquità sociali. Spiace dover contraddire la Fornero, il cui operato gli italiani ricordano molto bene, ma l’introduzione della patrimoniale causerebbe un ulteriore devastante aumento delle iniquità in Italia”.

A dire il vero, nella sua ipotesi, Fornero suggerisce di usare il gettito per ridurre le tasse sui redditi da lavoro, nell’ambito di un riordino complessivo del fisco. Quello di spostare parte del peso delle tasse dai redditi da lavoro alle ricchezze è una strada suggerita da molti esperti, proprio per smussare le diseguaglianze e gli effetti distorsivi degli attuali sistemi fiscali. Quindi l’aumento delle iniquità è tutto da dimostrare ma, probabilmente, l’azzardo della ex ministra è stato quella di nominare l’abitazione senza specificare soglie di valori patrimoniali oltre alle quali la tassa andrebbe applicata. Spalancando così un’autostrada per chi vuole polemizzare con l’idea.

Lo fa anche Augusta Montaruli, sempre di Fratelli d’Italia secondo qui la patrimoniale è “pericolosa e nociva” per l’economia. Non esiste studio che confermi questa tesi, anzi le ricerche più recenti dicono il contrario e, in tutta Europa, è in corso una raccolta firme per chiedere alla Commissione di istituire una tassa sulle grandi ricchezze. Ma, ribadiamo, nella loro comprensibile vaghezza (è un editoriale, non un disegno di legge) le parole di Fornero prestano il fianco a facili attacchi e strumentalizzazioni. La professoressa si limita infatti ad indicare l’opportunità di fissare un minimo “piuttosto elevato” perché scatti il prelievo. “La professoressa Elsa Fornero propone di introdurre un’imposta patrimoniale e precisa che l’imposta andrebbe messa sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato. È sconcertante”, afferma comunque Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia.

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