Brutto colpo per il presidente argentino Javier Milei. La banca centrale cinese ha sospeso l’accordo di scambio valutario sottoscritto con Buenos Aires lo scorso ottobre. La linea si swap, precisa Pechino, resta congelata finché il presidente non mostrerà un atteggiamento più conciliante e paleserà l’intenzione di impegnarsi nei rapporti bilaterale. In campagna elettorale Milei aveva annunciato l’intenzione di recidere qualsiasi legame con la Cina, definendolo un paese di “assassini comunisti”. I toni si erano poi ammorbiditi subito dopo la vittoria nelle elezioni ma, evidentemente, per Pechino non basta. La linea di scambio valutario permette all’Argentina di attingere alle riserve in dollari della banca centrale cinese, in cambio di peso, per un ammontare fino a 6,5 miliardi. Nei mesi scorsi l’accordo ha aiutato il paese sudamericano a non affondare in una crisi finanziaria già molto pesante e a puntellare la valuta nazionale.

“Ogni volta che abbiamo attraversato momenti difficili, il governo di Xi Jinping ci ha dato il suo sostegno”, aveva affermato solo pochi mesi fa il predecessore di Milei Alberto Fernandez, aggiungendo che “Questo è un passo importante affinché la produzione (in Argentina) non si fermi.” Durante la presidenza Fernandez erano state attivate altre linee di swap, per un importo totale di 47 miliardi. Grazie ai dollari cinesi la banca centrale argentina ha avuto la possibilità di contenere la svalutazione del peso rispetto al biglietto verde (comprando il peso sul mercato e pagandolo in dollari) e di rifornire banche nazionali assetate di moneta pregiata. Una decina di giorni orsono il governo Milei ha deciso di dimezzare il cambio del peso sul dollaro per allinearlo a valori più realistici. Provvedimento che da un lato rende i prodotti argentini più convenienti all’estero ma che dall’altro rende molto più cari i prodotti importati con il rischio di spingere ulteriormente la già alta inflazione. La Cina ha forti investimenti in Argentina e, soprattutto, acquista quasi il 10% di tutte le esportazioni del paese sudamericano (in particolare soia). Società cinesi sono fortemente coinvolte nei settori del litio e delle infrastrutture locali.

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