Ha tentato un depistaggio, postando sui social l’immagine di un’autostrada che porta in Slovenia. Non gli è servito a niente. Dodici ore dopo l’omicidio di Vanessa Ballan, la commessa di supermercato 26enne uccisa a coltellate a Riese Pio X (Treviso), Bujar Fandaj, quarant’anni, di origini kosovare, è stato fermato dai carabinieri vicino a casa. Stava camminando ad Altivole, il paese nella campagna trevigiana dove vive, e non ha opposto resistenza. È finita così una caccia all’uomo che si era allargata anche all’estero: si pensava infatti che Fandaj potesse aver cercato rifugio fuori dall’Italia, in quanto principale sospettato per la morte violenta della donna, incinta e madre di un bambino di quattro anni. Gli investigatori hanno puntato subito su di lui, dopo aver interrogato anche il marito Nicola Scapinello, che aveva trovato il corpo sulla porta di casa e dato l’allarme.

Alla fine di ottobre, infatti, Vanessa aveva denunciato di essere vittima di stalking da parte di Bujar, con cui aveva avuto una relazione extraconiugale. Aveva troncato da un anno il rapporto, raccontando tutto al proprio compagno quando ha capito che le insistenze di Bujar erano diventate una specie di ossessione. Per questo si era recata dai carabinieri un paio di mesi fa, spiegando di essere vittima di una persecuzione costante. Bujar voleva che tornasse con lui e riferendosi al marito le aveva detto: “Gli mostro i video e li metto sul web così tutti sapranno”. Lei aveva tenuto duro, poi si era impaurita, temeva per la propria incolumità e per quella del bimbo che portava in grembo. La denuncia non aveva però ancora portato a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, che era in attesa di nuove prove, a cominciare dai messaggi contenuti nei telefonini. Vanessa li aveva cancellati, per questo i carabinieri si erano recati a sequestrare quelli di Fandaj.

Gli investigatori sospettano che l’uomo abbia agito con premeditazione. L’aggravante gli è stata contestata dopo il fermo dal pubblico ministero Michele Permunian, che ha ordinato il trasferimento in carcere. Si cominciano così a passare al setaccio i messaggi, le dichiarazioni social e le tracce lasciate da Fandaj. “Io sono fatto così: ti do subito cuore, trasparenza e sincerità. Ma non pensare mai di fottermi, perché se mi cadi dal cuore non ci ritorni mai più”, afferma in un video che ha postato su Tik Tok la sera prima della morte di Vanessa. Sembra una specie di avvertimento, anche se, dopo aver ricevuto la visita dei carabinieri, sembrava essersi dimenticato della donna, lasciandola in pace. Una settimana fa, in un altro video che ha condiviso (ma che non era stato prodotto da lui) si sente una voce dire: “Ho resistito a dolori che pensavo mi stessero per annientare, ho assistito a delusioni da persone che mai avrei pensato perché a loro ho dato solo bene… magari non oggi e nemmeno domani, ma prima o poi avrò la mia rivincita”. In un’altra occasione si riferiva alla sua famiglia: “Mia madre mi ha cresciuto come la persona più gentile e dolce che tu abbia mai incontrato, ma se mi manchi di rispetto ti mostrerò perché ho il cognome di mio padre”. Soltanto lui potrà spiegare a chi si riferisse con quelle parole, che ora suonano da presagio.

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