Pietra tombale sulla possibilità per il fisco di accedere ai conti correnti in caso di debiti con lo Stato al fine di conoscere l’entità dei depositi. A quanto si apprende la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha bloccato la norma. “Non se ne parla, questa norma non passa“, avrebbe detto tranchant la premier dopo aver visto la bozza della manovra. Bozza che, si sottolinea, è superata dal primo momento in cui la premier l’ha vista. La norma era già stata fortemente contestata da Forza Italia e perplessità erano state manifestate anche dalla Lega.

“Avviso ai naviganti: nella legge di bilancio NON C’È la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali”, conferma poi in serata Meloni sui social. La misura era contenuta nell’articolo 23 di una delle più recenti bozze della manovra ed era da tempo sollecitata da Agenzia delle Entrate Riscossione. Titolo: “Accesso alle informazioni e pignoramento telematico dei conti correnti”. In breve, l’Agenzia avrebbe accesso diretto alle informazioni sulle somme presenti sui conti di un contribuente debitore in modo da procedere poi a ragion veduta (e non al buio) all’eventuale invio alla banca di un ordine di pagamento. La ratio è (o era) evitare che il fisco spenda risorse inutilmente procedendo, come avviene oggi, con pignoramenti al buio su conti che poi si rivelano vuoti o con fondi insufficienti per coprire il credito da recuperare. La norma insomma esiste già ed è già in funzione, si trattava solo di renderla più efficiente. Giocando ancora su questo equivoco il viceministro all’economia Maurizio Leo afferma stamane “Non c’è nessun pignoramento, questa cosa non c’è” in manovra.

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