“Non volevo ucciderla, sono dispiaciuto”. Con queste parole è arrivata la confessione di Domenico Livrieri, 46enne originario di Irsina, in provincia di Matera: è stato lui ad uccidere la vicina di casa Marta di Nardo, la 60enne che era scomparsa dalla sua abitazione a Milano due settimane fa. Fermato nella notte fra il 20 e il 21 ottobre, Livrieri ha ammesso di aver accoltellato la donna per rubare il suo bancomat. L’ha colpita con un fendente al collo e poi ha fatto a pezzi il corpo con i coltelli da cucina per poi avvolgerlo in una coperta e nasconderlo nel proprio appartamento, in una botola sopra una porta della cucina. Livrieri dopo l’omicidio ha anche tentato la fuga: ha preso un taxi ed è arrivato a Malpensa, ma non è partito probabilmente perché non aveva abbastanza soldi.

Il cadavere della donna è stato trovato venerdì 20 ottobre nell’abitazione di Livrieri, un palazzo Aler in via Pietro Da Cortona, a Milano. Nell’appartamento il luminol ha rivelato diverse tracce di sangue, in particolare nella camera da letto. Il corpo era tagliato in due e nascosto su un soppalco: secondo gli inquirenti, a giudicare dall’avanzato stato di decomposizione la morte potrebbe risalire al giorno stesso della scomparsa, ossia lo scorso 4 ottobre, quando c’è stata l’ultima telefonata tra i due. Secondo le prime ammissioni di Livrieri, il delitto è avvenuto per soldi, dopo una sorta di relazione tra i due durata circa un mese. Gli inquirenti stanno comunque cercando di chiarire se l’uomo abbia effettivamente prelevato denaro dal bancomat della vittima. Secondo alcune testimonianze nei giorni successivi all’omicidio Livrieri sarebbe più volte entrato nell’abitazione della donna. Gli inquirenti non escludono che lo abbia fatto proprio per sfuggire al forte odore che si sentiva in casa sua per la presenza del cadavere.

Livrieri era già noto alle forze dell’ordine per sequestro di persona e violenza sessuale, soffre di problemi di tossicodipendenza e disturbi psichiatrici e, come la vittima, è in cura in un Centro psico-sociale. Nelle indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e della Comapgnia di Milano Porta Monforte, coordinate dal pm Leonardo Lesti, è accusato di omicidio volontario, occultamento di cadavere e vilipendio aggravato dalla mutilazione. Il pm ha chiesto alla gip di Milano Alessandra Di Fazio la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere: detenuto a San Vittore, il 46enne sarà sentito dalla gip entro lunedì 23 per l’interrogatorio di convalida.

Come si legge nel provvedimento di fermo del pm, Livrieri nel suo fallito tentativo di fuga ha pagato il tassista con il proprio cellulare “con tutta probabilità per non essere rintracciato”. Secondo la Procura l’episodio fa ritenere fondato il pericolo di fuga. Livrieri ha detto di essere andato all’aeroporto “per fare un giro” e perché non stava bene.

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