Il ritrovamento del cadavere di un senzatetto in un parcheggio vicino alla stazione di Modena, e poi l’indagine contro sei carabinieri. Una vicenda che ha ancora molti punti oscuri quella che ha coinvolto il giovane Taissir Sakka, tunisino di 31 anni senza fissa dimora. Già conosciuto dalle forze dell’ordine per alcuni episodi di spaccio, la sera del 14 ottobre era stato segnalato, ubriaco e molesto, in un locale Arci di Ravarino, in provincia di Ravenna, dove stava litigando insieme al fratello Mohamed con un gruppo di ragazzi. Secondo le prime ricostruzioni, i due erano stati controllati dai carabinieri e poi portati in caserma, dalla quale sarebbero usciti intorno a mezzanotte. La mattina successiva, intorno alle 9.30, il ritrovamento del corpo, privo di vita e con una ferita alla testa.

A quel punto i carabinieri di Modena hanno diffuso una nota in cui informavano che il personale del 118 aveva soccorso un uomo senza fissa dimora, “constatandone invece l’avvenuto decesso”. I militari hanno poi aggiunto che erano in corso “accertamenti finalizzati a ricostruire l’esatta dinamica di una possibile caduta accidentale”. E tuttavia, il fratello della vittima ha subito sporto denuncia, non credendo alla versione della caduta dovuta all’ebbrezza e ottenendo l’apertura di un’indagine: un carabiniere è stato iscritto nel registro degli indagati per morte in conseguenza di altro reato, minacce e lesioni, mentre ad altri cinque vengono imputate solo le lesioni nei confronti di entrambi i fratelli. A tutti è stato notificato un avviso di garanzia, atto dovuto in vista dell’autopsia.

Per far luce sull’accaduto si attendeva infatti l’esame medico legale, disposto dal pm Marco Nicolini. E tuttavia, sulla base delle indagini sin qui espletate (Tac Total body, ispezione cadaverica esterna e autopsia), non è stato possibile identificare la causa del decesso. In ogni caso, secondo il medico legale Alessandra Silvestri “è sin d’ora possibile affermare che gli accertamenti espletati e sopra enunciati, non hanno messo in evidenza lesività di natura traumatica di per sé sola in grado di determinare il decesso”. Serviranno comunque ulteriori indagini isto-patologiche e tossicologiche sui prelievi effettuati in corso dell’autopsia.

“Dispiace per la morte del giovane Taissir. Allo stesso tempo preme sottolineare l’innocenza dei miei assistiti i quali hanno agito nella massima trasparenza e correttezza come confidiamo verrà dimostrato”, ha dichiarato l’avvocato Cosimo Zaccaria, che insieme al collega Roberto Ricco difende tre dei sei indagati, tra cui quello accusato della morte. “Massima fiducia nella giustizia”, ha aggiunto il legale. Sulla vicenda è inoltre intervenuto anche il Segretario Generale Usmia Carabinieri, Carmine Caforio. “Atto dovuto e garantista quello adottato dalla Procura di Modena nei confronti dei sei carabinieri”, ha dichiarato Caforio. “Massima fiducia nei riguardi della Magistratura, degli investigatori e dei periti che in queste ore si stanno occupando delle consulenze tecniche attraverso le quali siamo convinti che saranno chiariti molti aspetti a favore dei carabinieri”.

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