Cinque miliardi per la Pa, l’apertura a sorpresa sul Superbonus che riguarderebbe, secondo l’Ance, una nuova possibile proroga. Il governo ha illustrato, a due giorni dal varo, la manovra alle parti sociali. “Il governo ha posto priorità assoluta su redditi e pensioni più bassi per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione, sulla riduzione delle tasse attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla delega fiscale, misure per la famiglia con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici, risorse significative per il comparto sanitario e i rinnovi dei contratti del pubblico impiego scaduti da tempo” si legge in una nota di Palazzo Chigi al termine del primo incontro con le parti sociali sulla manovra. Al tavolo 17 associazioni e i sindacati ma non il leader della Cgil, Maurizio Landini. Una convocazione con pochissimo margine che ha indispettito il sindacalista. Per la Cgil ha partecipato con un segretario confederale. All’incontro, come riporta l’Ansa, non c’era nemmeno il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, a Parigi per una manifestazione dei sindacati europei.

La Cgil riunirà l’assemblea generale mercoledì 18 ottobre per valutare la manovra e le decisioni da mettere in campo, senza arrivare ad escludere il ricorso ad alcuno strumento. Sciopero compreso. Ma non prima di averne parlato anche con gli altri sindacati. Il giorno prima sarà la Uil a prendere posizione. La Cisl si mostra cauta: “Valuteremo, come sempre, senza pregiudizi”, dice Luigi Sbarra che invece partecipa all’incontro a palazzo Chigi, “senza furore ideologico ma anche senza fare sconti a nessuno”.

Ma le novità che dovrebbero arrivare lunedì in consiglio dei ministri riguardano anche la fiscalità, con una mini-Ires per agevolare chi assume. All’incontro, come riporta l’Ansa, non c’era nemmeno il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, a Parigi per una manifestazione dei sindacati europei. Di fronte alle critiche però il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non si scompone. “Crediamo di aver trovato un giusto equilibrio” per mettere a disposizione “risorse per i ceti deboli” e il rigore sui conti, assicura da Marrakech. Al tavolo con i sindacati “difende la decisione di ricorrere all’extradeficit a favore dei redditi bassi, rivendicando di no governare “governati dallo spread“. Una manovra “responsabile”, ripete a tutti il ministro, che risponde alle regole europee e fa tagli “significativi” alla spesa per almeno 2 miliardi. Considerata la dote in deficit (15,7 miliardi) si arriva già a tre quarti di quello che dovrebbe essere l’ammontare complessivo di questa manovra ‘leggerà, proiettata verso una cifra intorno ai 22 miliardi.

La parte del leone la fa il taglio del cuneo, finanziato al momento per il 2024, cui si affiancano le risorse per la Pa, soprattutto per la sanità, e misure per le famiglie e la natalità. Alle pensioni un pacchetto ristretto di interventi, con la proroga di quota 103 e dell’Ape sociale un po’ ampliata e la possibile rivisitazione di Opzione donna. Garantite, assicura il ministro Matteo Salvini, anche le prime risorse per il Ponte sullo stretto, che dovrebbero essere attinti dai Fondi di sviluppo e coesione.

Il consiglio dei ministri di lunedì avvierà anche le prime misure della riforma fiscale, su cui il viceministro Maurizio Leo intende procedere “a tappe forzate” con un provvedimento in ogni cdm. Si parte con due decreti legislativi, il primo con la nuova Irpef a tre aliquote (uniformando al 23% i redditi fino a 28mila euro), anche in questo caso finanziata per il 2024, e la nuova mini-Ires con una riduzione della tassazione per chi fa assunzioni e una maggiorazione se gli assunti sono giovani, donne e chi esce dal reddito di cittadinanza. L’altro decreto, sulla fiscalità internazionale, contiene la Global minimum tax per le multinazionali, norme sulla residenza sia per le persone fisiche che per le società di capitale e norme sul ‘reshoring’, per incentivare le imprese a riportare le attività in Italia. Rimandata invece la potatura delle tax expenditures (“è un lavoro lungo e laborioso”, spiega Leo), mentre è escluso un intervento sulle tasse di successione: un’ipotesi spuntata nelle ultime ore, su cui si è subito alzato il muro di Forza Italia. Nel menu di lunedì potrebbe essere inserito anche il decreto con la dote di 3,2 miliardi in deficit ricavati dalla Nadef, da destinare al conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per le pensioni 2024, misure per il personale della Pa e alla gestione dei flussi migratori.

Il governo ha annunciato che “mette 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici: è un passo importante ma non è esaustivo per rinnovare subito tutti i contratti – afferma il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, uscendo da palazzo Chigi, dove si è svolto l’incontro con il governo – Il governo ci ha illustrato quello che vuole fare nella legge di bilancio: postano 15 miliardi sul cuneo fiscale che viene prorogato per un anno”. Sul merito, dalle anticipazioni che il governo ci ha presentato, troviamo recepite molte proposte e molte priorità che in questi mesi abbiamo indicato come Cisl – afferma Proietti – Abbiamo apprezzato sotto il profilo metodologico la disponibilità del governo a presentare i primi orientamenti generali e contenuti della legge di bilancio alle parti sciali e di acquisire le nostre proposte, le nostre priorità, prima che il provvedimento venga portato per l’approvazione in Consiglio dei ministri. È un aspetto di metodo che abbiamo apprezzato tanto”.

Nel corso dell’incontro con le parti sociali, il Governo ha posto “priorità assoluta su redditi e pensioni più bassi per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione“, sulla “riduzione delle tasse attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla Delega fiscale, misure per la famiglia con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici, risorse significative per il comparto sanitario e i rinnovi dei contratti del pubblico impiego scaduti da tempo – spiega Palazzo Chigi in una nota – Il confronto è stato suddiviso in due incontri separati. Un primo tavolo con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Abi, Ania, Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copragri, Alleanza Cooperative Italiane, Confsal. A seguire un secondo incontro con i rappresentanti di Ance, Confimi Industria, Confapi, Confetra, Confedilizia, Confimprese Italia, Finco, Cisal, Usb, Cida, Ciu, Confedir, Confprofessioni, Confeservizi, Confintesa. Il governo era rappresentato dai ministri dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, dal viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, dal sottosegretario alle Imprese e Made in Italy Fausta Bergamotto e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

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