Il clima di festa a Paestum non ha addolcito il carattere di Maurizio Gasparri. Forza Italia sta celebrando l’87esimo compleanno del defunto Berlusconi con una convention di tre giorni, per il capogruppo azzurro al Senato è inconcepibile che tra gli argomenti del giorno all’Hotel Ariston ci sia quello dei soldi del suo partito.

Ieri le parole di Paolo Berlusconi hanno gettato un’ombra sul futuro finanziario degli azzurri. O meglio, una mezza frase pronunciata dal fratello dell’ex premier a Milano, mentre entrava nella sua auto, captata dal Corriere della Sera: “Non daremo soldi a Forza Italia perché il partito si deve sostenere da solo, dev’essere autonomo finanziariamente ed economicamente”.

Per Gasparri però è vietato parlarne: stamattina attorno alle 11, mentre all’interno dell’area congressi dell’albergo si svolgeva un panel su tasse e crescita, l’ex ministro solcava la sala stampa con un telefonino all’orecchio, sbraitando parole irripetibili. A scatenare la furia del senatore, la semplice domanda di un cronista delle agenzie di stampa, con la richiesta di commentare la dichiarazione di Paolo Berlusconi. Gasparri prima ha abbozzato una risposta, poi si è fermato e ha iniziato a insultarlo, passando alle minacce: “Telefono al tuo direttore e al tuo editore e gli dico come lavori”. Infine le ha messe in atto: il senatore si è allontanato al telefono, lamentandosi a voce alta e tono concitato con un interlocutore dall’altra parte della cornetta: “Il tuo inviato, qui a Paestum, mi ha fatto una domanda del cazzo. Qui proviamo a parlare di politica e lui mi ha chiesto dei soldi di Berlusconi. L’ho mandato a fanculo”.

Strana concezione della libertà di stampa da parte dell’uomo che scrisse – o almeno ci mise la firma – la famosa riforma del sistema radiotelevisivo nel 2004. Ritrovata un po’ di calma, Gasparri è uscito dalla sala stampa e ha deciso di concedersi ai microfoni e alle telecamere dei telegiornali. L’occasione era irripetibile per presentargli di nuovo la domanda “censurata”. Anche stavolta Gasparri non la prende bene: “E lei chi è? Per chi lavora? Ah! E’ del Fatto Quotidiano, si vede dalla faccia. Come vede, noi non abbiamo problemi di soldi, abbiamo appena fatto una convention a Gaeta e siamo anche qui a Paestum, in ottima salute. Vuole contribuire lei alle finanze del nostro partito?”. E via di nuovo.

La questione delle finanze di Forza Italia, malgrado la furia del senatore, è stata in parte ridimensionata da una nota dello stesso Paolo Berlusconi, dettata alle agenzie in mattinata: “Al fine che non vengano travisate le mie parole, desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello, noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia per quanto consentitoci dall’attuale legge sul finanziamento ai partiti” (che impone un limite di 100mila euro per le persone fisiche). Anche il segretario azzurro Antonio Tajani, sull’argomento, è molto più sereno del collega: “Le parole di Paolo Berlusconi sono state forzate, lui lo ha spiegato in maniera molto chiara, rimane l’impegno della famiglia Berlusconi a sostenere, nel rispetto delle regole, il movimento politico di Forza Italia. Peraltro noi abbiamo modificato lo statuto per dire che tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all’interno del movimento devono essere in regola con il finanziamento”.

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