I dipendenti pubblici che rientrano nella categoria “fragili” potranno continuare a utilizzare lo smart working fino al 31 dicembre 2023. Con una norma contenuta in un decreto approvato dal Consiglio dei ministri, il governo ha dato il via libera ad altri tre mesi di lavoro agile per i lavoratori pubblici, equiparati quindi a quelli privati, andando incontro a una richiesta avanzata da tempo dai sindacati. Per permettere lo smart working ai fragili viene stanziata la somma di 1,67 milioni di euro.

Potranno usufruire ancora del lavoro agile i dipendenti pubblici affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, secondo quanto previsto dai primi provvedimenti in materia, presi quando esplose la pandemia di Covid. L’ultima proroga prima di quella varata dal Consiglio dei ministri risaliva allo scorso giugno e, oggi come allora, è stato disposto anche lo spostamento dei docenti in situazione di lavoro agile siano “ad attività di supporto all’attuazione del Piano triennale dell’offerta formativa”.

Il nuovo intervento era stato richiesto dai sindacati, anche per porre fine alla disparità con i lavoratori fragili privati, per i quali lo smart working è già stato prorogato alla fine dell’anno. Un appello accolto nel decreto, come proposto dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, per “salvaguardare la salute di persone con patologie plurime o sottoposte a terapie salvavita ed evitare discriminazioni con le lavoratrici e i lavoratori del settore privato”. La misura era rimasta in bilico fino all’ultimo, poi è entrata nel testo del decreto con il via libera del ministero dell’Economia.

“Sono convinto dell’opportunità di dare maggiore attenzione ai cosiddetti fragili, ma ora che non siamo più nella fase emergenziale serve un differente approccio”, ha spiegato il ministro Zangrillo. “Per questo motivo con la contrattazione collettiva nazionale per il comparto pubblico ci siamo occupati di regolamentare il lavoro agile come forma di prestazione lavorativa organizzata – ha aggiunto – La nuova disciplina prevede la sottoscrizione di accordi individuali tra singoli dipendenti e il dirigente responsabile, con l’indicazione degli obiettivi da raggiungere e dei risultati collegati”.

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