Sono quasi 200mila le firme già raccolte dal lancio della petizione delle opposizioni per promuovere la loro proposta di legge sul salario minimo. Tutto questo nonostante la piattaforma online, salariominimosubito.it, sia andata in tilt subito dopo il lancio “per i troppi accessi”, secondo quanto riferito dai promotori, tornando raggiungibile solo dopo alcune ore.

“Mentre Meloni fa propaganda noi proseguiamo la nostra mobilitazione delle opposizioni per rispondere ai 4 milioni di italiani che guadagnano meno di 9 euro l’ora”, ha commentato il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, secondo cui la presidente del Consiglio “parla di giustizia sociale ma si comporta come lo sceriffo di Nottingham“. Mentre è il leader di Azione, Carlo Calenda, a fornire aggiornamenti sul numero di adesioni alla petizione: “Quasi 200mila”, dice.

I promotori si erano detti soddisfatti dei primi risultati della petizione lanciata subito dopo l’incontro con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Sulla piattaforma è possibile conoscere il contenuto della proposta di legge unitaria delle opposizioni, ad eccezione di Italia Viva, che prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro all’ora. La raccolta firme è stata lanciata ieri da tutti i leader. Da Giuseppe Conte del Movimento 5 stelle a Elly Schlein del Partito democratico, così come dal Carlo Calenda di Azione e Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, insieme +Europa di Riccardo Magi.

E proprio Matteo Renzi (leader dell’unico partito di opposizione a non condividere la proposta unitaria) interviene sull’argomento salario minimo. “Andrebbe chiuso il Cnel e riaperto il Parlamento per discutere di una proposta organica sul lavoro. Confermo il mio giudizio: la proposta a prima firma Giuseppe Conte sostenuta dal campo largo e dalla Cgil non mi convince per tante ragioni, a cominciare dal fatto che prevede uno stanziamento in legge di bilancio. Che è come dire: per fare il salario minimo, alzo le tasse”, scrive nella Enews il leader di Italia Viva.

Critico anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che in un’intervista a La Verità afferma che quella sul salario minimo “è una proposta molto forte sul piano comunicativo, in pratica un ottimo titolo. Ma le criticità restano. Dal nostro punto di vista, non esiste crescita dei salari senza crescita dell’economia – afferma -. Chi pensa che le due cose siano scollegate, tradisce una visione ideologica”. “Negli ultimi dieci anni, cioè durante i governi dei paladini del salario minimo – aggiunge il senatore di Fratelli d’Italia Fazzolari – le retribuzioni italiane sono calate, mentre nel resto d’Europa salivano. Parallelamente, la crescita economica è rimasta prossima allo zero. È surreale che i responsabili di questo dramma scoprano oggi la ricetta miracolosa del salario minimo. Se fosse così semplice alzare i salari per editto, mi chiedo perché non l’abbiano fatto i governi precedenti: quelli che, sempre per editto, avevano già abolito la povertà”.

Anche il Fatto Quotidiano ha lanciato negli scorsi mesi, su IoScelgo, una petizione rivolta a tutti i cittadini per chiedere al governo di ripensarci e di introdurre la misura del salario minimo (QUI PER FIRMARE).

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