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Sugli imballaggi si vogliono tutelare le lobby della plastica: così facendo rimarremo gli ultimi

Sugli imballaggi si vogliono tutelare le lobby della plastica: così facendo rimarremo gli ultimi
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di Antonella Galetta

Il governo Meloni si è schierato contro la proposta di un nuovo regolamento europeo sul riuso e riciclo degli imballaggi. Ma quando la politica – o meglio, certa politica – capirà che non si può andare avanti come si è sempre fatto?

Secondo le stime della Commissione gli imballaggi sono il 36% dei rifiuti solidi urbani in Europa. Pensate che ogni cittadino europeo ogni anno ne produce 180 chili. Non è un’esagerazione? Gli imballaggi impiegano materie prime vergini. Se non si agisce entro il 2030 si registrerà un ulteriore aumento del 19%. Per correre ai ripari, il regolamento europeo, fissa dei paletti.

Ogni Stato membro dovrebbe ridurre questi prodotti del 5% entro il 2030, del 10% entro 2035 e del 15% entro 2040. Limitare la produzione di imballaggi inutili e promuovere quelli riutilizzabili e ricaricabili; rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030, introducendo sistemi di vuoto a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e di alluminio; creare un mercato di materie prime seconde, standardizzare i formati degli imballaggi e armonizzare i requisiti di etichette. Se queste misure verranno adottate da ogni paese entro il 2030 si arriverà a una riduzione in Ue del 37%, si abbasseranno le emissioni di gas serra del settore di 43 milioni di tonnellate, diminuirà il consumo di acqua di 1,1 milioni di metri cubi. Quindi perché così tanta resistenza in Italia?

Ormai è noto a tutti che i mari sono pieni di plastica, con le conseguenze per la salute dei pesci e quindi della nostra. Inutile ripetere che le micro plastiche sono ormai entrate nella catena alimentare, nella placenta delle donne e nel nostro sangue. Cari politici, volete o no tutelare la nostra salute, mettendo in pratica ciò che l’Europa ci chiede per migliorare questo mondo che sta andando a rotoli? Se non riuscite ad applicare queste direttive per il bene comune, vuol solo dire che si vogliono tutelare le lobby della plastica. Vi ricordo che paesi più virtuosi – ad esempio la Germania – dal 2022 richiedono alle ditte italiane esportatrici differenti adempimenti a seconda della tipologia di imballaggio. E’ indispensabile registrarsi sul portale Lucid. Il punto fondamentale della norma tedesca incide sull’obbligo che si assume ciascun produttore, quando introduce un prodotto in Germania, di gestire il ciclo di vita dell’imballaggio.

Quindi se non miglioriamo questi prodotti come invece gli altri paesi europei stanno facendo, prima o poi troveranno fornitori più virtuosi. L’innovazione applicata agli imballaggi fa parte della programmazione Green New Deal. Dimostrate un po’ di serietà nei nostri confronti e per migliorare il nostro ambiente: il nostro paese dovrebbe smetterla di contestare l’Europa su ogni dossier. Coldiretti ad esempio ha lanciato l’allarme sulle bustine di plastica usa e getta per le insalate. Così facendo rimarremo gli ultimi, oltre a fare danni irreversibili alla nostra madre Terra.

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