“Colpito con un calcio quando era del tutto indifeso e inoffensivo”. Così i giudici di primo grado avevano motivato i 23 anni di carcere a Rassoul Bissoultanov (nella foto) per l’omicidio di Niccolò Ciatti, il giovane ucciso in una discoteca in Costa Brava, a Lloret de Mar in Spagna, nell’agosto 2017. Oggi invece la procura generale di Roma ha chiesto l’ergastolo per l’imputato nel processo di secondo grado che si è aperto oggi davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma. L’accusa chiede il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e futili motivi.

Bissoultanov, nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 nella discoteca di Lloret de Mar, in Spagna, si scagliò contro Niccolò Ciatti “con furia cieca” hanno detto il sostituto procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio. “Le telecamere hanno ripreso l’aggressività di Bissoultanov, la sua spavalderia e la ferocia che non si è fermata neanche davanti a un corpo inerme a terra – hanno aggiunto i rappresentanti dell’accusa – La crudezza del video che ha immortalato l’omicidio è indicativa: Bissoultanov dà calci da perfetto professionista, con tecnica da Mma. Ha ucciso Niccolò con un calcio alla tempia, ‘sferrato con l’intento di provocare la morte’ come scrivono anche per i giudici spagnoli”, ha spiegato il pm Amelio che in riferimento al calcio di Bissoultanov ha parlato di “una sorta di esecuzione”. “La fantasia difensiva ha detto che quella sera ci fu una rissa – ha concluso il pm – Ma una rissa, come mostrano le immagini delle telecamere, non c’è mai stata. Nessuna rissa ma una feroce aggressione”.

Nel processo di primo grado, che si è concluso il 7 febbraio scorso, il cittadino ceceno è stato condannato appunto 23 anni di carcere. La decisione dei giudici d’appello è attesa per il 5 luglio. Bissoultanov è accusato di aver ucciso Ciatti la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, dopo un violento pestaggio in una discoteca a Lloret de Mar, Girona, in Spagna. Bissoultanov è stato condannato anche in Spagna, con una sentenza di primo grado a 15 anni, arrivata a Girona, che è stata confermata dalla Corte d’Appello di Barcellona. L’uomo dovrà scontare la condanna che diventerà definitiva per prima, e con tutta probabilità sarà quella spagnola. Intanto è latitante dal luglio del 2022, quando ha fatto perdere le proprie tracce il giorno dell’udienza in cui, a Girona, veniva valutata la possibilità che tornasse in carcere.

“Essere qui è indispensabile e difficilissimo” ha detto Luigi Ciatti, padre di Niccolò, a margine dell’udienza del processo d’appello sull’omicidio del figlio, che si tiene a Roma. “Indispensabile perché è l’unica cosa che possiamo fare per Niccolò – aggiunge – E difficilissimo come può essere, dopo aver cresciuto un figlio, rivederlo in un letto di ospedale, in fin di vita, senza speranza”. “L’unica cosa che possiamo fare per Niccolò è dare un segnale contro questa violenza ed è giusto che ci sia una giustizia che punisce chi commette questi atti – conclude – Per questo speriamo si arrivi a una sentenza esemplare e soprattutto che questo assassino vada in carcere”.

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