“È giusto che i social vadano regolati perché le famiglie sono lasciate sole. Sotto i 13 anni teoricamente è vietato accedervi, ma ci va chiunque. Noi, invece, abbiamo spiegato come si può effettivamente non fare andare gli undicenni sui social. Poi, le piattaforme che mettono video pericolosi, come quelli messi da quegli influencer, devono essere ritenute responsabili. Il loro lavoro, anche attraverso gli algoritmi, è un lavoro che fanno per proporci i contenuti, ma dovrebbero farlo per levarli. Perché, poi, la distanza tra il mondo reale e il mondo online, come abbiamo visto, è molto più sottile di quella che pensiamo”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, durante un incontro pubblico a Genova, commentando l’incidente avvenuto a Roma dove ha perso la vita un bimbo di 5 anni.

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