di Leonardo Botta

Una notizia mi ha ridestato dalla mia siesta domenicale: su diverse testate leggevo di un pericoloso gruppo di sovversivi bolscevichi che (udite udite) qualche giorno fa hanno “osato” cantare Bella ciao. Per la cronaca: questi “terroristi” sono, in realtà, dirigente, insegnanti e collaboratori di un istituto scolastico di Salerno. L’occasione era una “pericolosa” riunione di cospiratori: la cena di fine anno tra colleghi. Insomma, una di quelle circostanze in cui stimati insegnanti e ottimi educatori, di solito timorati di dio, magari complice qualche calice di vino cercano di dimenticare le fatiche dell’anno scolastico, non disdegnando un trenino al ritmo di samba e Brigitte Bardot, qualche goffo balletto con allegato pestaggio di piedi e strage di “scarrafoni”, magari anche qualche accenno di spogliarello con ombelico lanugginoso o giarrettiera-copricapo esposti al pubblico. I prof salernitani, viceversa, in quest’occasione si sono limitati a intonare (qualcuno a stonare) l’inno della resistenza (italiana e non).

La notizia mi ha particolarmente incuriosito, perché a far montare la polemica c’ha subito pensato il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, mio conterraneo. Il quale ha così commentato, sul proprio profilo social, l’accaduto: “Durante la cena di fine anno dei docenti dell’istituto Galileo-Di Palo di Salerno ecco i professori con il preside in testa tutti intenti a cantare Bella Ciao e a pubblicarne il video. Poi il preside aggiunge anche questo commento dicendo che avrebbe preferito Avanti Popolo. A prescindere dalle parti politiche un pessimo esempio educativo, anzi un’autentica vergogna. La sinistra, come cacciatori di pinguini all’equatore, cerca i fascisti ma sono rimasti solo i comunisti. Questa è la realtà a vivere nel secolo scorso e ad inneggiare ad ideologie totalitarie sono rimaste solo persone così che ne fanno anche bella mostra. Complimenti”.

Ho dovuto rileggere più volte le (secondo me sconcertanti) argomentazioni del senatore, cercando disperatamente qualche vocabolo che mi fosse sfuggito, che le rendesse in qualche modo compiute o meno sgangherate. Alla fine mi sono dovuto arrendere e constatare che l’esponente di FdI ha tecnicamente “preso asso per figura”, per i motivi che provo banalmente a sintetizzare:

– Iannone parla di “pessimo esempio educativo”. Nei confronti di chi? Dei discenti? Trascurando il dettaglio che a quella cena non erano presenti gli studenti, quale sarebbe il cattivo esempio nel cantare un inno che ancora oggi si sente dappertutto, dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno? O forse educavano meglio le nuove generazioni quei parlamentari di cdx quando festeggiavano a Montecitorio con mortadella e spumante, o quando mostravano il cappio in aula?

– In quale universo parallelo proporre Bella Ciao equivale a cercar fascisti come fossero funghi? Immagino che il sen. Iannone abbia inteso stigmatizzare soprattutto il commento del dirigente scolastico sul proprio profilo: “Avevamo chiesto Avanti Popolo!, ma va bene anche così”. Ora, a parte il fatto che questo preside è “talmente comunista” da sbagliare anche il titolo della canzone incriminata (quello corretto è “Bandiera rossa”), si può pensare di dare del comunista-cerca-fascisti al corpo docente di un intero istituto per una (secondo me poco felice, ma legittima) battuta del dirigente?

– Fossi al posto del sen. Iannone, se proprio volessi stigmatizzare il comportamento di qualcuno che inneggia a ideologie totalitarie, o parlare di “vergogna”, mi concentrerei non su privati cittadini che vanno po’ su di giri a una cena, ma piuttosto su persone con funzioni pubbliche che dovrebbero utilizzare “con disciplina e onore”; come i sui suoi compagni di partito Fidanza, Valcepina e La Russa Romano, pizzicati a ostentare il saluto fascista; o Elena Donazzan, che a Bella Ciao preferisce Faccetta Nera; o La Russa Ignazio, collezionatore di busti del duce e dispensatore di falsi storici (vedi l’attentato di via Rasella).

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