Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano ha cercato su internet informazioni sull’effetto che il veleno per topi produce sugli esseri umani. Emerge, secondo quanto riporta il Corriere della Sera dalle ultime indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dai pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella. Ieri nella casa dell’imputato è stata rinvenuta una confezione di veleno per topi. Il dettaglio non è di poco conto poiché contribuisce a definire una premeditazione e quindi un aumento della gravità del reato e quindi una pena più dura. Nelle dichiarazioni di Impagnatiello raccolte dal giudice per le indagini preliminari, il giovane afferma invece di aver deciso di uccidere Giulia Tramontano solo nel momento in cui l’ha incontrata sabato sera, faccia faccia in cui la donna ha chiesto conto della relazione con l’amante. Una confessione che aveva portato ad escludere la premeditazione nella convalida del fermo.

Tra i nuovi riscontri emersi dal prosieguo delle indagini c’è anche la circostanza secondo cui nella mattinata del martedì scorso Impagnatiello e la madre si sarebbero recati un bar in prossimità del luogo in cui è stato ritrovato il cadavere della vittima per chiedere al titolare se fossero in funzione delle telecamere. Intanto continuano le indagini della polizia scientifica sul luogo dell’omicidio. Nell’appartamento di Senago in cui la giovane è stata uccisa a coltellate sono state rivenute numerose tracce di sangue, alcune che indicano un trascinamento del corpo. Ieri i carabinieri e i vigili del fuoco hanno ritrovato in un tombino del parcheggio del capolinea Comasina la patente, il bancomat e la carta di credito della donna come il fidanzato aveva indicato nella sua confessione. Si cerca ancora il telefono cellulare.

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