Danilo Toninelli, ospite della prima puntata della nuova stagione de La Confessione di Peter Gomez, in onda stasera alle 22.45 su Nove, ha ripercorso un momento cruciale del 2018, quando, in qualità di ministro delle Infrastrutture e trasporti nel Governo Conte I, a seguito del crollo del Ponte Morandi del 14 agosto, si adoperò per la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton: “È uno scandalo assoluto. Io quando ho ereditato il dossier, veramente non so come non mi siano caduti i capelli – ha detto l’ex senatore pentastellato al giornalista che gli ricordava come in questi giorni, durante il processo di primo grado in corso a Genova per il disastro del ponte, in cui morirono 43 persone, Gianni Mion, ex amministratore delegato di Edizione – la holding della famiglia Benetton, che controllava Autostrade attraverso Atlantia, avesse ammesso che già dal 2010 i dirigenti erano consapevoli del rischio di crollo, ma nonostante questo avevano deciso di ignorare il pericolo. “Quello che mi scandalizza è che in quei mesi io ho cercato in tutti i modi di lottare per revocare la concessione – ha spiegato ancora Toninelli – e invece di darmi una mano, politici e anche organi di stampa attaccavano me”. “La revoca in realtà non arriva quando lei non è più ministro nel governo Conte II. A un certo punto ci si mette d’accordo, gli si danno dei miliardi e loro escono. Come mai?”, ha domandato il direttore de Ilfattoquotidiano.it. “Non si ha avuto coraggio. – ha risposto l’ex ministro puntando il dito contro l’attuale titolare del Dicastero dei Trasporti – Io il decreto di revoca ce l’avevo pronto. Serviva che Salvini nei fatti facesse quello che diceva a parole. Cioè venisse con me o con Di Maio nell’ufficio dell’allora ministro dell’Economia Tria e mettesse una firma”.

Alla domanda sul perché Giuseppe Conte non abbia portato avanti la battaglia della revoca ai Benetton una volta rimasto presidente del Consiglio, appoggiato però da una maggioranza diversa, Toninelli risponde secco: “Io ovviamente non sono stato difeso a sufficienza da Di Maio, che allora era a capo del Movimento cinque Stelle. Conte ha fatto tanto, ma ha avuto un approccio tecnico – ha spiegato – Ricordiamoci che Conte è un grande avvocato e un bravissimo professore universitario, Ma ricordiamoci che i grandi avvocati, i professori universitari, hanno anche una valutazione della rischiosità dei contenziosi”. Poi ha raccontato: “Io a Giuseppe dissi – si può dire sticazzi dei contenziosi? – Andiamo avanti, li invochiamo, vinciamo anche le cause. I Benetton non possono tenere le concessioni”. Poi, “con l’accordo col Partito democratico si è tutto congelato. Non ha parlato più nessuno. Il tempo che passava rinforzava sempre di più i Benetton”. Infine, una riflessione sulla mancata riconferma nel ruolo di ministro del Trasporti all’interno del Conte II: “Non ho mai partecipato a nessun tipo di tavolo per la costruzione del nuovo governo con il Partito democratico – ha detto l’ex senatore M5S – quindi questo dovete chiederlo a Di Maio. Io so di non essere confermato ministro durante la lettura stessa dei nuovi ministri da parte del presidente del Consiglio, tanto per farvi capire quanto ero stato interpellato”, ha concluso Toninelli.

‘La Confessione’ è prodotto da Loft Produzioni per Warner Bros. Discovery e sarà disponibile in live streaming e successivamente on demand sul nuovo servizio streaming discovery+ nonché su sito, app e smart tv di TvLoft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.

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