Le 23 della domenica sera sono un orario scomodo, è vero. Chi però ha deciso di sacrificare qualche ora di sonno per guardare l’Italia Under 20 di Carmine Nunziata al Mondiale di categoria che si gioca in Argentina non è rimasto deluso, anzi. I ragazzi guidati dall’ex calciatore del Padova hanno schiantato il Brasile, superfavorito della manifestazione assieme alla solita Argentina padrona di casa, andando in vantaggio per 3 a 0 nel primo tempo, facendosi beffe dei verdeoro per oltre un’ora e portando a casa la vittoria finale per 3 a 2 con qualche patema negli ultimi minuti. C’è molto altro, però, oltre al risultato, che rende appetibili le prossime gare degli azzurrini a discapito dell’orario proibitivo. Innanzitutto non è un azzardo dire che l’Italia non ha mai avuto un Under 20 così forte, e andando ancor più nel dettaglio, fortissimi sono i calciatori di fantasia: quelli che allo scacchiere calcistico italiano mancano dai tempi di Del Piero e Totti.

La differenza nella partita col Brasile l’hanno fatta Baldanzi e Pafundi, assieme a Casadei autore di una doppietta, ma l’ex interista (nel frattempo andato al Chelsea per 15 milioni) è un altro tipo di calciatore, più strutturato fisicamente. I due numeri 10 hanno letteralmente devastato i verdeoro (che pure del loro ci hanno messo in vecchie rivisitazioni dell’allegria calcistica difensiva carioca) infilandosi tra le linee col pallone in maniera veloce, creando superiorità e occasioni. I veri brasiliani parevano quei due folletti: il 10 Baldanzi e il 10+10, Pafundi (indossa la maglia numero 20). Quest’ultimo in particolare, che è il più giovane della compagnia assieme all’interista Esposito avendo solo 17anni compiuti da poco, con la capacità di accelerazione nello stretto e un sinistro che canta lascia sperare cose davvero meravigliose. C’è molto altro naturalmente: il portierino Desplanches ha fatto vedere ottimi interventi, buone letture anche del difensore centrale empolese Guarino e anche la capacità di inserimento di Matteo Prati dal cognome evocativo e autore del gol che ha aperto le danze.

E dunque nei singoli è probabilmente l’Under 20 più forte che l’Italia abbia portato a un mondiale: c’è da considerare che se al netto del momento tutt’altro che roseo l’Italia resta una delle nazioni con più tradizione calcistica, con 4 Mondiali e 2 Europei vinti dalla nazionale maggiore e con un Under 21 5 volte campione d’Europa, l’Under 20 non ha garantito gli stessi risultati. Il migliore è stato il terzo posto del 2017 di Barella, Di Marco e Orsolini. Ma al netto della qualità dei singoli è emerso anche altro dalla gara col Brasile: le trame di gioco, a uno o massimo due tocchi messe in campo dai ragazzi azzurri hanno mostrato che c’è un’idea di gioco che Nunziata porta avanti, probabilmente anche in accordo con il ct della nazionale maggiore Mancini, che alcuni di quei talenti li monitora molto attentamente. E il fatto che con quei talenti e quelle idee di gioco i ragazzi di Nunziata abbiano messo in ambasce una squadra straricca di pezzi pregiati è da tenere in considerazione. Il Brasile Under 20 infatti per Transfermarkt vale 100 milioni (l’Italia 25) e ha elementi del calibro di Marcos Leonardo (che ha fatto 2 gol e costa già 20 milioni), Matheus (che sarà probabilmente un calciatore del Real Madrid), Marquinhos che è dell’Arsenal, Andrey Santos già preso dal Chelsea. Ovviamente sono ragazzi, avranno un cammino difficilissimo dove hanno messo solo il primo mattoncino, ma vale la pena guardarseli. Anche perché le prossime due gare del girone contro Nigeria e Repubblica Dominicana invece che alle 23 si giocheranno alle 20.

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