Aveva detto alle autorità veneziane che la accompagnavano e all’ambasciatore del Brasile in Italia: “A Venezia voglio muovermi per la città allo stesso modo dei veneziani”. Niente taxi o motoscafo privato. Così il ministro alla cultura dello stato sudamericano, Margareth Menezes è stata accontentata. Ha girato per Venezia a piedi e in vaporetto, ma è incappata nel rischio che corrono tutti i veneziani: è stata borseggiata. È accaduto, come riportava Il Gazzettino, su uno dei mezzi acquei di trasporto pubblico mentre si dirigeva verso i Giardini per tagliare il nastro dell’esibizione carioca intitolata alla “Terra”. Inconsapevole che il capoluogo lagunare possa essere pericoloso per gli ignari visitatori, non ha prestato attenzione alla borsa dove teneva il portafoglio. Qualche manolesta ne ha approfittato per impossessarsene. Così alla ministra Menezes, che era accompagnata dall’ambasciatore in Italia Helio Ramos, non è rimasto che rivolgersi alla polizia per presentare denuncia.

Secondo Il Gazzettino, però, quella denuncia non avrebbe alcun seguito perché anche se i responsabili fossero stati arrestati (e non lo sono stati) serve la presenza della vittima all’udienza per direttissima, altrimenti il giudice è costretto a dichiarare il non luogo a procedere. Un meccanismo che per il quotidiano veneto sarebbe attivato dalla riforma Cartabia. In realtà la riforma dell’ex ministra della Giustizia ha solo aumentato i reati procedibili solo con una querela della parte offesa, con lo scopo di deflazionare il numero dei procedimenti penali. Tra questi c’è anche il furto: senza querela svanisce il borseggio, svanisce il reato e svanisce una eventuale pena per il colpevole. Non occorre, invece, che il querelante sia fisicamente presente alle udienze del procedimento. E ovviamente non c’è alcun divieto per il cittadino straniero di presentare denuncia. “Non esiste e non è mai esistito nella legge italiana alcun limite al diritto di presentare querela da parte dei turisti stranieri presenti in Italia, vittime nel nostro paese di reati procedibili a querela, come il furto. Basti pensare che il codice di procedura penale prevede che la querela possa essere presentata, oltre che alle forze dell’ordine italiane, all’autorità consolare”, dice Gian Luigi Gatta, ordinario di diritto penale all’Università di Milano, che è stato consulente giuridico di Cartabia al ministero. “Le eventuali difficoltà dei cittadini stranieri di partecipare ai processi che si svolgono in Italia, per perseguire i reati che hanno subito, non impediscono la celebrazione di quei processi: il processo penale si può svolgere infatti anche in assenza della vittima, che può esercitare i suoi diritti presentando memorie scritte, facendosi sentire a distanza per via telematica e facendosi rappresentare da un avvocato italiano, oltre che dal pubblico ministero”, prosegue il professore. “E’ del tutto irrealistico – prosegue Gatta – immaginare che un ministro di uno stato straniero, anche per via diplomatica, possa incontrare difficoltà a presentare una querela, a farsi rappresentare in giudizio nel nostro paese o a collegarsi online per essere sentito dal giudice quando è citato come testimone, una possibilità oggi offerta dalla riforma del processo penale“.

Nel caso della ministra Menezes il caso non si pone visto che al momento i ladri non sarebbero stati neanche individuati. La brutta avventura capitata all’esponente del governo Lula, però, accente i riflettori sul fenomeno dei borseggi denunciato da anni a Venezia, ma acuitosi negli ultimi mesi. Le forze di polizia locale hanno notato, infatti, che a essere presi di mira sono ora soprattutto gli stranieri, così i borseggiatori possono godere di una reale impunità nel caso venissero fermati, proprio grazie alla disposizione che prevede l’obbligo di querela per perseguire il ladro. Molti turisti non hanno né il tempo né la voglia di rivolgersi alla polizia, soprattutto quando il furto non abbia causato un grave danno. Le zone più colpite, oltre ai vaporetti, sono la stazione ferroviaria sia all’interno che all’esterno e le biglietterie dei mezzi acquei, della Ferrovia e dei bus di Piazzale Roma. Ci sono poi i luoghi più frequentati dai turisti, come il ponte di Rialto e Piazza San Marco, dove il turista è distratto perché sta scattando una fotografia. “Trovo la cosa di una gravità assoluta. – commenta Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto – In questo caso significherebbe indicare alla malavita i turisti come il bersaglio privilegiato di azioni delinquenziali che non implicano alcun rischio di essere perseguiti. Chiedo con forza a chi di competenza, al ministro della giustizia Carlo Nordio in primis, di voler intervenire con l’urgenza del caso per porre fine a questa aberrazione, in un Paese che, oltre alla sacralità dell’ospitalità, fa del turismo la sua prima industria”.

Aggiornato e modificato alle 18.30 del 20 maggio 2023.
In una versione precedente di quest’articolo era stata riportata una ricostruzione inesatta relativo al meccanismo previsto dalla riforma Cartabia sui reati procedibili a querela. Non è vero che i cittadini stranieri non possono presentare denuncia e neanche che devono essere presenti all’udienza per direttissima. Semplicemente se la vittima di un furto non presenta querela, come avviene spesso nei casi di turisti borseggiati a Venezia, il ladro non può essere perseguito. Ce ne scusiamo con i lettori e con gli interessati.

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