Uccise a colpi di martello moglie e figlia e lasciò tramortito l’altro figlio Nicolò, Alessandro Maja a processo per avere quasi sterminato tutta la sua famiglia – ha deciso di rinunciare all’eredità della moglie. Il suo avvocato, Gino Colombo, ha spiegato all’Ansa che il suo assistito ha preso la decisione “durante l’udienza con il giudice tutelare per la nomina di un amministratore di sostegno per i suoi beni, lo scorso 8 maggio. Maja in quell’occasione ha rinunciato all’eredità della moglie e ha espresso il desiderio di dare immediatamente al figlio per le cure 15mila euro, di sua iniziativa”.

Nicolò è stato a lungo ricoverato per le lesioni provocate dal padre ed è ancora in corso il percorso di recupero a un anno dalla brutale aggressione. Nicolò, 22 anni, è sopravvissuto e oggi sta lottando per tornare a una vita normale, dopo numerosi interventi e mesi in ospedale. A gennaio aveva espresso la volontà di rivedere il genitore. Intanto Maja può stare a processo. Secondo il perito nominato dai giudici è capace di intendere e di volere e di stare in giudizio. Maja, detenuto nel carcere di Monza, avrebbe comunicato poco con il figlio Nicolò, dopo quanto accaduto, se non con poche righe. Il suo profilo, secondo la prima difesa (vi è stata una sostituzione del legale per cause di forza maggiore), sarebbe stato caratterizzato da un vuoto di contatto con la realtà che, però, secondo il perito non influisce sul processo. Il giovane, poco prima della tragedia, aveva ottenuto il brevetto da pilota, suo grande sogno.

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“Assoluta insensibilità verso la vita umana”, il gip di Foggia sul panettiere killer: “Ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie”

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