Non c’è solo la Procura della Repubblica di Castrovillari che, dal punto di vista delle responsabilità penali, vuole vederci chiaro sul crollo del viadotto Ortiano 2 della Sila-mare, la strada statale 177 che ricade nel territorio del comune di Longobucco. Sul disastro del 3 maggio scorso in provincia di Cosenza – fortunatamente senza vittime – sta indagando anche la Procura regionale presso la Corte dei Conti di Catanzaro che hanno inviato la guardia di finanza alla Regione Calabria e negli uffici dell’Anas.

I militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria – Gruppo tutele spesa pubblica, infatti, stamattina si sono presentati negli uffici del Dipartimento Infrastrutture e lavori pubblici della Regione e in quelli della Struttura territoriale dell’Anas di Catanzaro per sequestrare tutta la documentazione relativa ai lavori di costruzione e manutenzione del ponte Ortiano 2. In sostanza, i magistrati contabili intendono verificare eventuali danni erariali in relazione alla costruzione del viadotto crollato in seguito alla piena del fiume Trionto. Inaugurata nel 2014, l’opera pubblica era stata aperta al traffico dalla Regione Calabria nel 2016 mentre la gestione era passata in capo all’Anas dal 2019.

Evidentemente qualcosa non ha funzionato se un viadotto appena costruito dopo qualche anno cade. Proprio per questo, la guardia di finanza sta cercando di ricostruire la procedura seguita all’affidamento dei lavori, il contratto sottoscritto per l’esecuzione dell’opera, le figure di riferimento come Rup e progettista e direttore dei lavori, la documentazione sul collaudo e quella sui costi complessivi sostenuti dall’amministrazione appaltante, gli atti di affidamento della gestione all’Anas e i controlli effettuati fino ad oggi. Non è escluso che, dopo aver analizzato la documentazione acquisita dalle fiamme gialle, la Procura regionale presso la Corte dei Conti decida di procedere con audizioni di amministratori, dirigenti e funzionari degli enti interessati e anche di soggetti privati in possesso di informazioni utili e di interesse.

Al momento gli inquirenti hanno solo sospetti sulle ragioni del crollo: il più accreditato è che il viadotto Ortiano 2 non sia stato costruito bene e in questo caso occorrerà capire se c’è stato un problema di progettazione o di esecuzione dei lavori che non sono stati controllati da chi aveva il dovere di farlo. Si dovrà, inoltre, verificare quali lavori di manutenzione sono stati eseguiti dopo che la gestione è stata assegnata all’Anas. Nel fascicolo, infine, potrebbero finire tutte le segnalazioni fatte in questi anni dai cittadini che lamentavano le condizioni precarie del tratto Mirto-Crosia-Longobucco per il quale erano stati stanziati diversi milioni di euro. A causa del maltempo, il 3 maggio l’Anas ha chiuso il viadotto poche ore prima del crollo. Ma fino ad allora i mezzi hanno transitato regolarmente su un ponte che poteva cadere in qualsiasi momento.

Perché il traffico non è stato bloccato nei giorni o nelle settimane precedenti quando, forse, si sarebbero dovuti e potuti eseguire i lavori di messa in sicurezza di un ponte che poteva crollare? È una delle domande che, in questo momento, si stanno ponendo sia i pm di Castrovillari che la Procura regionale della Corte dei Conti. I profili di responsabilità ovviamente sono diversi ma entrambi gli inquirenti vogliono capire se l’evento crollo era imprevedibile o se chi di dovere ha sottovalutato il rischio e ci ha messo una pezza, chiudendo la strada, quando si è accorto che un po’ di pioggia stava spostando uno dei piloni. L’unica certezza e che, adesso, per ricostruire il viadotto serviranno altri soldi pubblici.

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