Lo aveva detto chiaramente George Russell, alla vigilia della prima gara di stagione a Sakhir: questa Red Bull può vincere tutti i 23 GP di questo Mondiale. Un pensiero che trova conferme anche nella gara monotematica e a tratti noiosa di Miami, dove però va segnalato il ridimensionamento delle aspettative di Sergio Pérez, arrivato in Florida con grandi ambizioni ma sconfitto nettamente da Max Verstappen, nonostante la grande occasione della partenza dalla pole rispetto al nono posto dell’olandese. Non tanto per come il Campione del Mondo 2021 e 2022 ha rimontato — l’ultimo a riuscirci partendo dalla nona piazzola in griglia era stato Niki Lauda nel GP di Francia 1984 sulla McLaren — ma per la straordinaria capacità di gestione delle gomme dure fino al giro 46, tenendo in questa frazione di gara il messicano a 17 secondi. Lo stesso che, 25 giri prima, era passato dalle medie alle hard.

Pérez, contro Verstappen serve studiare e “imitare” Nico Rosberg
In Florida non c’è stata storia e dopo la pausa a Baku Verstappen è tornato il martello di sempre, riabituandoci alle rimonte viste l’anno scorso a Monza, in Ungheria e Spa. Ocon, Leclerc, Russell, Gasly, Magnussen, Sainz e Alonso sono stati superati in soli 15 giri. Prima di martellare e di superare definitivamente nel finale il messicano — dopo la sosta per inserire le gialle — che era tornato avanti di soli due secondi. Pérez comunque può fare tesoro del secondo posto in un weekend che era iniziato con tante difficoltà nella ricerca giusta dell’assetto. Potrà riprovarci da Imola, fra due settimane, conscio però di dover capitalizzare al massimo sul compagno di squadra olandese e di rispondere ai suoi impressionanti ritmi in pista. Per Checo l’esempio può essere quello di Nico Rosberg che per tre lunghe stagioni (dal 2013 al 2015) lottò contro il compagno della Mercedes, Lewis Hamilton, riuscendo nell’impresa di conquistare il Mondiale nel 2016. Il tutto prima di ritirarsi a fine stagione, esausto e prosciugato da tante battaglie contro l’inglese.

Alonso, solita classe. Ferrari, Mercedes e Aston Martin comprimarie
Dopo la Red Bull, c’è l’Aston Martin. La scuderia di Silverstone torna sul podio con Fernando Alonso, dopo il quarto posto di Baku, ma è complice di aver gareggiato da sola (lo spagnolo ha chiuso terzo a quasi 26 secondi dalla vetta). La classe di Nando è comunque quella di sempre, in una gara da comprimario come per la Mercedes e la Ferrari che si alternano nelle posizioni: George Russell quarto, Carlos Sainz quinto, Lewis Hamilton sesto e Charles Leclerc settimo. Proprio per Leclerc è un weekend da incubo, iniziato con il doppio errore nelle FP2 e in qualifica (scattava 7°), prima di trovarsi nelle retrovie a lottare con la Haas di un ottimo Kevin Magnussen.

Ferrari, gli aggiornamenti funzioneranno a Imola?
La faccia del numero 16 della Ferrari, ripresa insieme a quella del compagno Sainz nel parco chiuso, parla da sé: questa SF-23 non ha passo-gara, pecca in velocità e consuma troppo le gomme. Gli ingegneri di Maranello non stanno riuscendo ancora a risolvere i problemi e il fondo aggiornato portato prima della gara a Miami Gardens non ha funzionato. La speranza dei tifosi del Cavallino è di vedere che il nuovo pacchetto aggiornamenti che verrà portato a Imola, con nuove sospensioni posteriori e pance più scavate, permetta alla vettura di ritornare a lottare per i primi posti. Il rischio, però, è di assistere a un campionato che dopo sole cinque gare sembra già finito per “colpa” dell’imprendibile Red Bull.

Articolo Precedente

Formula 1, Perez in pole al Gran Premio di Miami: poi Alonso e Sainz. Caos alle qualifiche: Leclerc finisce contro le barriere e blocca Verstappen (9°)

next
Articolo Successivo

F1, Salvini chiede di rinviare il Gp di Imola per l’alluvione: “Dedichiamoci ai soccorsi”

next