Circa 150 attiviste sono partite da Roma per partecipare alla manifestazione nazionale di Non Una di Meno che si è tenuta ad Ancona, per ribadire il diritto ad avere un aborto libero, sicuro, gratuito e accessibile.

“Abbiamo scelto le Marche, perché in quel territorio, gestito da una giunta di Fratelli d’Italia, l’interruzione di gravidanza non è più garantita – spiega Benedetta, di Non una di Meno Roma, durante il viaggio in pullman – abbiamo raccolto testimonianze di donne a cui è stato detto esplicitamente di andare nelle regioni limitrofe per abortire.”

Secondo una ricerca del movimento transfemminista, in alcune città delle Marche, come Fermo, Camerino e Ascoli gli obiettori di coscienza raggiungono il 100%, mentre nelle altre zone della Regione si attestano intorno all’80%. “Questa zona è una zona nera – aggiunge Eleonora del movimento transfemminista – perché tutt’intorno ci sono altre Regioni con un tasso di obiezione altissima”.

Poco prima della partenza, a poca distanza dalla testa del corteo era presente un banchetto di un’associazione Pro Vita, che dopo qualche coro intonato dalle attiviste, si è allontanato dalla zona.

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