“Finalmente una buona notizia per la conservazione della natura: il Consiglio di Stato ha dato ragione a un ampio fronte di associazioni ambientaliste e per il momento ha bloccato lo sviluppo del carosello sciistico Ortler Ronda a Solda. La Federazione Ambientalisti Alto Adige e Mountain Wilderness chiedono ora alla Giunta Provinciale di abbandonare definitivamente questo progetto anacronistico”. Il Comunicato stampa della Federazione Ambientalisti Alto Adige e da Mountain Wilderness ha sottolineato l’ennesimo capitolo di una vicenda che si trascina da anni, tra delibere di giunta e tribunali amministrativi. Si tratta del “Completamento del progetto Ortler Ronda tramite la realizzazione della funivia “Hintergrat” e la pista da sci “Gran Zebrù” nel centro sciistico di Solda all’Ortles”. Siamo nel comprensorio sciistico di Solda, frazione del Comune di Stelvio, in provincia di Bolzano e all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Comprensorio sciistico che può già contare su diversi impianti e numerose piste. Ma che per divenire un vero e proprio carosello sciistico all’interno del comune di Solda, manca “di un collegamento diretto tra le aree di Orso e Madriccio”, spiega lo Studio di fattibilità realizzato a giugno 2016, ma modificato ad agosto 2017, dalla Società Funivie di Solda srl. Studio di fattibilità che riguarda “la realizzazione di un impianto di risalita dalla stazione a monte di Orso alla “Punta del Coston” e di una pista da sci che si colleghi all’esistente pista di “Passo Madriccio II”. Nello specifico l’impianto di risalita prevede una funivia di 1310 m di lunghezza, da 2330 a 2800 metri. Mentre il tracciato della pista parte dalla prevista stazione a monte della funivia a 2800 metri, per collegarsi all’esistente pista di Passo Madriccio II, a 2335 metri, per una lunghezza di 1950 e una larghezza media di 22 metri. Con una superficie occupata pari a 4,47 ettari. Un progetto importante quello di Funivie Solda Srl, anche per quel che riguarda gli investimenti programmati. Per la funivia 8,5 milioni di euro, con una quota compresa tra il 45 e il 75% finanziata “da fonti esterne” e 250mila euro per la pista, per la quale non è previsto alcun sussidio.

L’iter del progetto prende avvio con la delibera del dicembre 2015 del consiglio comunale di Stelvio con cui il Comune, nel cui territorio insieme a quelli di Prato allo Stelvio e Martello ricade l’intervento, approva lo studio di fattibilità per l’intervento integrativo “Ortler Ronda” e il Rapporto ambientale. Ma dal momento che l’Amministrazione provinciale di Bolzano, al quale era stato inviato, ravvisa che la documentazione è incompleta, il Consiglio comunale procede a luglio 2016 ad una successiva delibera. E quindi alla sua trasmissione, ad ottobre dello stesso anno. A questo punto la giunta provinciale ne valuta la liceità. Verificando che nel “Piano di settore impianti di risalita e piste da sci“, approvato a dicembre 2014, si afferma che “sarà da dare priorità alla realizzazione del concetto “Solda senza auto”, che l’incremento dei collegamenti sciistici potrà probabilmente agevolare”. Aggiungendo che “per quanto riguarda gli impianti e le piste esistenti negli ambiti Monte Orso, Pulpito e Madriccio in futuro potranno essere previsti esclusivamente lievi adeguamenti mentre sono da escludere ulteriori interventi integrativi”.

Viene acquisito il parere della Ripartizione Natura paesaggio e sviluppo del territorio. Parere nel quale si evidenzia la necessità di realizzare il Progetto di completamento dal momento che “può essere considerato un miglioramento qualitativo della stazione sciistica”. Contribuendo contestualmente “alla riduzione del traffico del paese e a creare i presupposti per una calmierazione del traffico”. Il Comitato ambientale presa visione del parere tecnico-scientifico, esaminato il rapporto ambientale, ad ottobre 2017 esprime un parere positivo con alcune condizioni. In precedenza, a settembre, l’Ufficio Sistemazione bacini montani aveva espresso il suo parere. Mentre a novembre è la volta della Ripartizione provinciale mobilità. Da parte sua l’Ufficio Parco dello Stelvio a gennaio 2018 si esprime con parere preventivo “nel complesso positivo … riservandosi di prescrivere misure compensantive nella fase della progettazione esecutiva”.

A febbraio 2018 la Giunta provinciale a voti unanimi approva il Progetto. Ribadendo l’impegno delle Società Funivie di Solda srl “a coordinare un processo partecipativo allo scopo di predisporre, entro il 2020, un piano della mobilità”. Tutto a posto, quindi? Non proprio. Almeno per le associazioni Club Alpino Italiano-Cai Regione Lombardia, Cai Alto Adige, Alpenverein Südtirol, Fai, Federazione Pro Natura, Dachverband-Federazione Protezionisti Sudtirolesi, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano–Tci, Wwf . La delibera della giunta non terrebbe conto del rispetto dei siti Natura 2000 Ortler Madatschspitze e Ulten Sulden, zone caratterizzate dalla presenza di 6 differenti habitat, 8 specie faunistiche ed elencate nella Lista Rossa dell’Alto Adige delle specie minacciate e di aree di importanza paesaggistica e naturalistica. Contrarietà che spingono le associazioni al ricorso al Tar, oltre al ricorso in autotutela al Presidente della Repubblica. Alla sentenza contraria del febbraio 2020, le associazioni rispondono, a giugno, con l’appello al Consiglio di Stato.

Appello accolto con sentenza dello scorso 18 aprile. Nella quale si specificano le motivazioni. La mancanza nel procedimento adottato dalla Provincia, nonostante l’intervento dell’Ortler-Ronda fosse incidente in una zona di protezione speciale, tutelata dall’Ue, sia di Valutazione di incidenza ambientale, che di Valutazione ambientale strategica, “tanto più necessaria poiché l’intervento integrativo ricade nel perimetro territoriale del Parco nazionale dello Stelvio, ancora privo del Piano e del Regolamento, costituente i parametri, gerarchicamente sovraordinati, cui devono conformarsi gli strumenti di pianificazione esecutivi delle opere realizzabili all’interno del Parco”. Gianluca Vignoli, di Mountain Wildrness, ricostruendo le fasi del progetto a ilfattoquotidiano.it si sofferma su uno degli aspetti che avrebbero dovuto caratterizzarlo. Spiegando che ”anche in occasione dell’approvazione della pista da sci e dell’impianto di risalita “Rosim”, nel 2013, la Giunta provinciale di Bolzano aveva previsto la realizzazione del concetto “Solda senza auto”. Che non ha avuto seguito. È soltanto servito alla Politica come foglia di fico per mascherare questa infrastrutturazione massiccia in un’area molto delicata”. La questione è probabile non sia giunta alla sua conclusione. Come temono le associazioni ambientaliste.