L’8 marzo la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, massima entità massonica al mondo, nonché la più antica, fondata nel 1717 in un pub di Londra, ha deciso di tornare a riconoscere il Grande Oriente d’Italia, la più importante e numerosa Obbedienza del nostro Paese, guidata dal Gran Maestro Stefano Bisi. Eppure anche lì sono arrivate le notizie sull’arresto di Matteo Messina Denaro che hanno riportato d’attualità il tema delle infiltrazioni mafiose tra i “fratelli”: al Grande Oriente è affiliata la loggia Valle di Cusa-Giovanni di Gangi di Campobello di Mazara, a cui appartiene Alfonso Tumbarello, il medico del boss latitante, sospeso dopo l’arresto. E proprio le denunce di inflitrazioni mafiose avevano spinto la Gran Loggia d’Inghilterra, nel 1993, a togliere il riconoscimento al Grande Oriente. Per Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia proprio dal 1990 al 1993, ospite de La Confessione di Peter Gomez, in un’intervista realizzata in esclusiva per TvLoft e disponibile sulla piattaforma, questo riconoscimento è il segno di “un periodo di profonda crisi. Non c’è il rinnovo con le giovani generazioni, le quali sono attratte da altre cose – ha spiegato l’ex Venerabile – Per me e per coloro che appartenevano alla mia generazione, entrare in massoneria significava acquisire uno stile di vita e un prestigio che era molto importante, dava un senso alla nostra vita. Oggi tutto questo non c’è più, quindi l’Inghilterra ha voluto riconoscere il Goi nonostante tutto, anche perché in Italia non si sentiva più rappresentata dalla Gran Loggia regolare“, ha concluso il fondatore del Dignity Order.

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