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Alfredo Cospito allenta lo sciopero della fame: ha assunto parmigiano, multivitaminici e latte

Alfredo Cospito allenta lo sciopero della fame: ha assunto parmigiano, multivitaminici e latte
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Ha ripreso ad assumere alcuni alimenti Alfredo Cospito, l’ideologo della Federazione anarchica informale che lo scorso 20 ottobre ha iniziato uno sciopero della fame in carcere per protestare contro il regime di 41-bis. In particolare, oltre agli integratori, il 55enne ha mangiato del parmigiano in bustine: già nei giorni scorsi aveva allentato il digiuno assumendo, oltre ad acqua con zucchero o sale, caffè d’orzo, tè con limone, multivitaminici e latte. Cospito sta scontando una condanna complessiva a trent’anni di carcere per l’attentato a Roberto Adinolfi, ex amministratore delegato di Ansaldo Nucleare gambizzato a Genova il 7 maggio del 2012 e per il fallito attentato alla scuola allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo), dove nel 2006 due ordigni esplosero senza causare feriti. Per quest’ultima vicenda è ancora sotto processo: la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a vent’anni emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino, riqualificando il reato di strage in quello più grave di strage contro la sicurezza dello Stato, punito con l’ergastolo.

Da settimane l’anarchico è ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano per via delle sue condizioni di salute, precarie ma stabili. Il 24 febbraio scorso, dopo che la Cassazione aveva rigettato il ricorso contro l’applicazione del regime di carcere duro, aveva annunciato di voler sospendere anche l’assunzione di integratori. Nei giorni scorsi i suoi legali si sono visti respingere dai Tribunali di Sorveglianza di Milano e Sassari le istanze presentate per chiedere il differimento della pena e la detenzione domiciliare per motivi di salute. Il prossimo 18 aprile la Corte Costituzionale dovrà decidere sulla legittimità della norma che, per il reato di strage contro la sicurezza dello Stato, impedisce di applicare l’attenuante della particolare tenuità del fatto nei casi di recidiva aggravata, come quello di Cospito. Contro l’interpretazione della Cassazione gli avvocati si sono rivolti anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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