La Hyundai Construction Equipment (Hyundai CE) contribuisce ai crimini di guerra israeliani nei Territori occupati palestinesi. La documentazione prodotta da Amnesty International e Democracy for the Arab World (Dawn) e fornita all’azienda è inequivocabile: per cinque volte, nel 2022, scavatrici prodotte dalla Hyundai CE sono state utilizzate per demolire proprietà palestinesi a Masafer Yatta.

Sono 1150 i palestinesi che rischiano lo sgombero forzato: sono crimini di guerra, ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra.

Negli anni Ottanta un’ampia parte del territorio di Masafer Yatta è stata dichiarata “zona militare chiusa” a scopo di esercitazioni militari. Da allora, gli abitanti sono costantemente sotto minaccia di demolizione e subiscono attacchi e intimidazioni da parte dei coloni e dell’esercito israeliano.

Nel maggio 2022, l’Alta corte israeliana ha dato via libera alla demolizione di nove villaggi della zona. Da allora, sono state eseguite decine di demolizioni: potrebbe risultare uno dei più massicci trasferimenti forzati di civili palestinesi dal 1967.

Nel carteggio tenuto dal gennaio 2023 con le due organizzazioni per i diritti umani, la Hyundai CE ha dichiarato di non essere “coinvolta in attività relative agli insediamenti israeliani”. Una risposta insufficiente, che non affronta il tema dell’uso, da parte dell’esercito di Israele, delle sue scavatrici per portare a termine le demolizioni a Masafer Yatta.

Un paio di esempi: il 15 febbraio 2022 le forze israeliane hanno usato una scavatrice Hyundai HX330AL per demolire un’abitazione e una cisterna nel villaggio di Khallet al-Mayah; a luglio, due scavatrici HW210 e HX300AL sono state usate per demolire due abitazioni nel villaggio di Umm Qussa.

Amnesty International e Dawn hanno scritto anche alla EFCO Ltd., distributore in esclusiva dei prodotti Hyundai in Israele, ma a oggi non hanno ricevuto alcuna replica. I Principi delle Nazioni Unite su attività economiche e diritti umani affermano inequivocabilmente che le aziende hanno il dovere di rispettare i diritti umani nei luoghi in cui operano e di porre rimedio a violazioni dei diritti umani cui, anche indirettamente, abbiano contribuito.

C’è un’evidente tema di mancata dovuta diligenza da parte di Hyundai CE rispetto alle sue attività commerciali in Israele. L’azienda avrebbe dovuto condurre un’analisi del rischio sulla probabilità che suoi prodotti venissero usati dall’esercito israeliano per commettere violazioni dei diritti umani.

Non è ancora troppo tardi: basterebbe che Hyundai CE, attraverso la EFCO Ltd., sospendesse la distribuzione dei suoi prodotti in Israele in attesa di assicurazioni, da parte dei suoi clienti, che tali prodotti non vengano utilizzati per svolgere attività illegali.

Soprattutto, basterebbe che Hyundai CE rispettasse le sue Linee guida sui diritti umani, pubblicate il 20 luglio 2022. “L’azienda – si legge – rigetta qualsiasi violazione dei diritti umani collegata alle sue attività e s’impegna a porre rimedio a violazioni dei diritti delle comunità locali”.

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