Il secondo mandato di Attilio Fontana alla guida della Lombardia è appena iniziato, ma già si annuncia complicato sul piano degli equilibri politici. Martedì la prima riunione di giunta, sospesa e riconvocata due volte, si è conclusa solo dopo nove ore e forti malumori intorno alla conferma del segretario generale della Regione, Antonello Turturiello, su cui Fratelli d’Italia ha sollevato una questione di metodo, perché la delibera non era stata annunciata all’ordine del giorno. I meloniani hanno inoltre chiesto di affiancare Turturiello con un vice di loro fiducia (mentre Fontana insiste sull’uscente Pier Attilio Superti), con l’assessore alla Sicurezza Romano La Russa ad alzare la voce e ricordare al governatore il risultato delle elezioni. E ora il deputato di FdI Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano, raggiunto dall’AdnKronos non le manda a dire: “Quella di Fontana sarà una navigazione turbolenta se si non si capiscono determinati passaggi. La Russa è il capodelegazione del partito di maggioranza relativa. Se non si coglie questo dato, è chiaro che si complica tutto”, sottolinea.

Le ultime regionali, in effetti, hanno ribaltato i rapporti di forza all’interno della coalizione di centrodestra: se nel 2018 la Lega aveva quasi il 30% e Fratelli d’Italia meno del 4, a febbraio il partito di Giorgia Meloni ha superato il Carroccio di quasi dieci punti (25,1 contro 16,5%). E anche se il governatore è rimasto lo stesso, il vento al Pirellone è decisamente cambiato. “Il governo della Regione più importante d’Italia è retto dall’esponente di un partito, la Lega, con la maggioranza che è di un altro partito, FdI. Credo sia una delle prime volte che questo accade. Per cui c’è un problema”, rimarca De Corato. “Bisogna capire che si deve convivere, e che la struttura organizzativa della Regione non risponde più alla precedente maggioranza. Oggi in Lombardia siamo un partito che ha quasi un “tre” davanti. Per cui le cose bisogna capirle velocemente ed è chiaro che c’è qualche difficoltà”.

Parole che assomigliano a un ultimatum. “Bisogna avere un po’ di pazienza e noi l’avremo”, premette il parlamentare, “ma si deve capire che governiamo la regione più importante d’Italia, ci vuole spirito di comprensione, il che non è facile. Fontana, sia quando era sindaco di Varese che al suo primo mandato da governatore in Lombardia, aveva maggioranze che vedevano la Lega come partito guida. Ma oggi non è più così. Questo dato va ricordato soprattutto quando si nominano uomini che sono i principali protagonisti della struttura organizzativa regionale”, avverte. Insomma, “meglio fare una pre-giunta in più e concordare gli argomenti che vanno in giunta. Così si evitano tanti problemi”, chiosa De Corato. Anche Daniela Santanché, ministra del Turismo e coordinatrice regionale di FdI, aveva avvertito: “Ci sono delle discussioni effettivamente, però poi dobbiamo cercare la sintesi. Noi siamo il partito di maggioranza relativa, il presidente è della Lega e siamo contenti, ma ci sono cose da mettere a punto, soprattutto per quanto riguarda la macchina organizzativa della Regione”.

IL DISOBBEDIENTE

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