Travolse e uccise un bambino di 11 anni in bicicletta e scappò. Si presentò quattro ore dopo e alcuni giorni dopo fu arrestato perché guidava senza patente, con una gamba ingessata e sotto l’effetto di cannabinoidi. Ed è per questo che il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Lorenza Pasquinelli, ha respinto il patteggiamento a 5 anni: “La pena è incongrua”. Troppo bassa per un fatto così grave avvenuto il 9 agosto 20222 a Milano. La richiesta di patteggiamento aveva avuto l’ok della Procura. Nour Amdouni era stato arrestato il 18 agosto scorso per omicidio stradale con l’aggravante della fuga. Come ricostruito nell’indagine della Polizia locale, il giovane aveva assunto cannabinoidi, non aveva conseguito la patente e guidava con una gamba ingessata. Il giudice, dopo aver respinto l’istanza di patteggiamento, ha fissato una nuova udienza per il 30 marzo, quando sarà indicato un nuovo gup e a quel punto l’imputato, difeso dal legale Robert Ranieli, sarà processato con rito abbreviato. Al patteggiamento, che aveva avuto il via libera del pm Rosario Ferracane, titolare dell’inchiesta, si erano opposti i familiari del bambino, parti civili con l’avvocato Salvatore Bottari. Nell’accordo di patteggiamento non era stato compreso un risarcimento e la famiglia sta attendendo quello da parte della compagnia di assicurazione dell’auto.

La richiesta di patteggiamento per il 20enne, che è ancora in carcere (presente in aula, così come i familiari della vittima), era arrivata dopo la decisione di giudizio immediato, chiesto dal pm Ferracane e disposto dal gip Tommaso Perna. Nell’interrogatorio dopo l’arresto, davanti al gip Fiammetta Modica, il ragazzo, pur ammettendo l’investimento, aveva spiegato di non essersi accorto di aver travolto il bimbo. E non aveva dato segnali, secondo il gip Chiara Valori che a fine agosto aveva respinto una richiesta di domiciliari, di aver preso consapevolezza della gravità di quello che ha fatto e delle condizioni in cui guidava. L’uomo andava a una velocità “non inferiore a 90 chilometri all’ora” e secondo la procura, che ne aveva chiesto l’arresto poi eseguito, aveva dimostrato una “allarmante freddezza” e “lucidità ” “senza neppure curarsi minimamente – soltanto per umana pietà – delle sorti del ragazzino” e questo denota una “elevata pericolosità sociale” e “incapacità di autocontrollo”. E si era costituito per calcolo: essendo passato tempo non poteva essere arrestato in flagranza e costituendosi evitava un provvedimento di fermo.

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