Alla vigilia dello sciopero globale del 3 marzo 2023, Fridays for Future ha annunciato i suoi 8 nuovi portavoce: Marco Modugno, Agnese Casadei, Marzio Chirico, Alessandro Marconi, Ester Barel, Marta Maroglio, Giacomo Zattini e Davide Dioguardi. Saranno loro a portare, per i prossimi 9 mesi, le rivendicazioni su trasporti, energie rinnovabili e cultura del cambiamento, che animano le piazze di tutta Italia a televisioni e giornali. Si tratta ormai della terza tornata dalla prima elezione del Global Day of Climate Action, il 19 marzo 2021. “Discutendo nelle nostre assemblee locali e nazionali – si legge in un comunicato – abbiamo capito che esternamente, per i media e le persone comuni, è più semplice avere pochi volti in cui riconoscere chi siamo e cosa facciamo”. La lotta per il clima però può essere affidata solo a chi “è spigliato davanti alle telecamere”.

Marco Modugno (20 anni) – Al suo secondo mandato da portavoce, studia Scienze politiche a Bari. Il suo percorso nell’attivismo inizia tra i banchi di scuola. Prima di entrare nel gruppo locale di Fridays for future, “quattro anni e un mese fa”, affronta da rappresentante del suo liceo le sfide della didattica a distanza e della sensibilizzazione sull’ambiente, l’arte e la tecnologia dei suoi coetanei. “Il mio focus è sulla scuola e la sua inadeguatezza culturale nell’affrontare la crisi climatica e altri aspetti” spiega. Secondo lui, contro quest’emergenza “servono cultura e formazione: non ci può essere soluzione accettabile dal punto di vista politico e sociale, se non ci si crea una cultura diversa, che parta dal rapporto inscindibile che abbiamo tra noi, con la natura e con le altre specie”.

Agnese Casadei (23 anni) – Anche lei riconfermata portavoce, fa parte dei Fridays for future Forlì. Studia Letterature moderne comparate e postcoloniali all’università di Bologna e si occupa di commercio equo e solidale, per il servizio civile. “Nel mio gruppo locale, negli ultimi quattro anni, ho sempre cercato di fare tutto: dalle manifestazioni alla divulgazione delle informazioni – racconta – Credo molto nel valore del dialogo e della comunicazione” con le scuole, con gli adulti e con la politica. Contro la crisi climatica “serve tenere i combustibili fossili sotto terra – afferma – Questo comporterà grandi cambiamenti nella nostra società, stracciare contratti per progetti già avviati, un cambiamento a livello di leggi”. È importante che “chi ha le maggiori responsabilità paghi e che le conseguenze non ricadano sui ceti meno abbienti”.

Ester Barel (20 anni) – Viene da Venezia, ma studia a Milano giurisprudenza, “per comprendere le istituzioni e avere una parte attiva” nel loro funzionamento. Nel movimento Barel intende lavorare sulle “disuguaglianze e su una società meno atomizzata”, con un più forte senso di comunità, che alimenti “risposte collettive” ai problemi. Per contrastare la crisi climatica “bisogna capire che possiamo fare rete e non lasciare indietro nessuno nella transizione ecologica, per operarla in modo partecipato – spiega – Non possiamo permettere che rallenti per chi guadagna dallo status quo e pensare di crescere all’infinito su un pianeta con risorse finite. Dobbiamo cambiare visione politica, perché le soluzioni tecniche già ci sono”.

Alessandro Marconi (20 anni) – Romano, ha appena iniziato a studiare Fisica all’Università Sapienza e a suonare il pianoforte. “Il mio primo evento nazionale con Fridays for future è stata la Pre Cop 26 a Milano: per la prima volta ho visto così tante persone, dall’Italia e dal mondo, che sentivo vicine, come una famiglia, per combattere la stessa battaglia, cioè la lotta all’ingiustizia climatica”, racconta. Per combattere la crisi climatica, secondo lui, serve “che il maggior numero di persone possibile comprenda che il mondo cambierà in ogni caso. Dipende da noi solo come lo farà: anche la crisi climatica è un’opportunità – spiega – Ci può permettere di cambiare la società, liberarci dal ricatto delle aziende energetiche, rendere le città più vivibili e pulite, avere cibo sano e lavori sicuri. Se c’è la volontà dal basso – conclude – Non può che arrivare anche quella politica”.

Giacomo Zattini (26 anni) – Forlivese, studia Scienze internazionali e diplomatiche all’università di Bologna. È appassionato di Unione Europea e Risiko. Dopo uno stage all’Eurocamera, ha seguito da vicino i lavori delle Conferenze sul clima dell’Onu, le Cop, in Scozia e in Egitto. “Cerco di fare sì che la politica sia influenzata dai cittadini e che i cittadini siano sempre più motivati a chiedere ai politici azioni chiare e concrete” per la crisi climatica. “Parlando con le persone, provo a fare a capire loro che possono fare più di quanto pensano. Anche gli adulti sono interessanti – racconta – Risolvere la crisi climatica serve non solo per un futuro migliore, ma anche per una società più giusta da subito”.

Marzo Chirico (25 anni) – Sardo d’origine, ma romano d’adozione, è laureato in psicologia clinica e frequenta un master in Psicologia sportiva. Nel tempo libero si dedica al teatro e all’attivismo: dalle presentazione di libri sul clima al supporto ai gruppi locali di Fridays for future. “Se dovessi raccontare quest’esperienza ai miei amici direi che fornisce strumenti di interpretazione della realtà. A mia mamma invece direi che faccio cose belle, mi diverto e salviamo il Pianeta – afferma – L’attivismo unisce le mie anime, quelle della società e persone diverse per guardare insieme alla nostra salvaguardia e a quella di tutte le specie.

Marta Maroglio (19 anni) – Studia Scienze politiche ambientali a Milano, ma ama fuggire in montagna, vicino alla Torino dove si è formata come attivista. “Mi piace occuparmi dell’accoglienza delle persone nuove in Fridays for future e fare sentire i settanta gruppi locali, diffusi sul territorio, accolti in quello nazionale, con grafiche, idee ecc., in modo da non lasciare indietro nessuno e nessuna”, spiega. Per combattere la crisi climatica “serviamo tutti e tutte. Solamente unendo tutte le forze possiamo farcela in questa battaglia grandissima. Ogni persona ha una sensibilità, un modo di agire e tante strategie da mettere in campo – afferma – Ognuno può essere utile a modo suo, facendo ciò che si sente”.

Davide Dioguardi (26 anni) – Studia Scienze politiche e relazioni internazionali all’università Orientale di Napoli e la sua avventura nell’attivismo è iniziata con Stop Biocidio, uno dei gruppi che si battono “contro lo sversamento dei rifiuti legale e illegale nella Terra dei Fuochi”. Contro la crisi climatica, secondo lui, sono fondamentali la “partecipazione e la sinergia tra i movimenti”. Come Fridays Napoli facciamo azioni di disobbedienza civile non violenta per rinfrescare la memoria a cittadini e politica, anche dopo lo sciopero – spiega – Il nostro nemico è ben chiaro: gli allevamenti intensivi, le compagnie del fossile” e tutti i responsabili della crisi climatica”.

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