Il SSN è arrivato a una tale crisi che, se non viene affrontata strutturalmente, si esaurirà nell’arco di 2 o 3 anni. Se io fossi ministro della Salute, la prima cosa che farei è un piano straordinario di assunzioni per il personale sanitario. Servono 5 miliardi all’anno per i prossimi 6 anni, cioè 30 miliardi. Questa è la quota essenziale per salvare il SSN”. Sono le parole pronunciate a Coffee break (La7) da Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e capo del board della Commissione europea per la lotta al cancro.

Ricciardi spiega: “Già in questo momento è praticamente impossibile accedere normalmente ai servizi sanitari, come visite di controllo o mammografie preventive. Addirittura ci sono regioni in cui hanno chiuso le liste, cosa che la magistratura ha definito illegale. In questo momento abbiamo una sanità pubblica povera per i più poveri e una sanità privata che cresce a dismisura, creando degli squilibri enormi tra i cittadini. Le risorse non sono più sufficienti. Spendiamo la metà della Germania e i due terzi della Francia. La Francia ha lo stesso numero di abitanti dell’Italia e il doppio dei posti letto – continua – I medici e gli infermieri da noi sono decine di migliaia in meno rispetto a quelli che servirebbero. Il personale sanitario fa una vita infernale in trincea e i pazienti sono sempre più arrabbiati. Tuttavia, in altri paesi i cittadini stanno scendendo in piazza, come in Spagna che ha gli stessi nostri problemi e dove c’è stata la scorsa settimana una manifestazione oceanica. In Inghilterra gli infermieri sono in sciopero. Negli altri paesi i cittadini si fanno in qualche modo sentire, da noi non mi pare“.

L’ex consigliere del ministero della Salute chiosa: “In questo momento è come se avessimo meno risorse rispetto al periodo pre-pandemia. La pandemia non ci ha insegnato niente sia sul tema delle risorse, sia su quello del personale. Ci vuole un enorme piano di assunzione di personale sanitario e soprattutto – conclude – pagarlo adeguatamente. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10mila medici che hanno preferito andare all’estero. In Francia il primo stipendio di un medico è superiore a quello di un collega con 30 anni di carriera. Francia, Germania, Belgio e Olanda sono i paesi dove i nostri ragazzi vanno”.

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