“La guerra non è cominciata nel febbraio dello scorso anno, ma dal 2014. E dal 2014 gli alleati Nato hanno dato supporto all’Ucraina, con addestramenti ed equipaggiamenti. Quindi l’esercito ucraino era più forte nel 2022 di quanto fosse nel 2014 e questo ha fatto una grande differenza quando Putin ha attaccato”. Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, parlando prima della due giorni dei ministri della Difesa della Nato.

Alla domanda sul perché, data la grande quantità di armi che la Nato ha deciso di procurare a Kiev, le persone non debbano credere che la Nato sia in guerra contro la Russia, Stoltenberg ha rassicurato: “Quello che stiamo facendo è supportare l’Ucraina. L’Ucraina sta difendendo se stessa e dobbiamo capire che questa è una guerra di aggressione. Il presidente Putin e la Russia hanno attaccato uno Stato sovrano e democratico e ovviamente l’Ucraina ha il diritto di difendersi”.

Un diritto, ha spiegato, che è “parte del diritto internazionale”. “La Nato e gli alleati Nato non sono parte del conflitto ma supportiamo l’Ucraina nel suo diritto all’autodifesa – ha rimarcato ancora – Ovviamente il tipo di aiuto che abbiamo dato all’Ucraina si è evoluto, così come la guerra si è evoluta”. Dai tank ai sistemi di artiglieria avanzati, Stoltenberg ha sottolineato di cosa c’è bisogno ora, cioè “armi pesanti”. “Il tipo di aiuto si è evoluto – ha spiegato ancora – e questo fa parte delle consultazioni che facciamo mano a mano tra alleati Nato e il gruppo di supporto all’Ucraina. E continueremo perché dobbiamo essere certi che l’Ucraina abbia le armi di cui ha bisogno così da poter riprendersi e liberare territori e vincere questa guerra”.

Stoltenberg ha poi continuando con due riflessioni, una, appunto, quella sull’inizio della guerra e un’altra sull’importanza di avere sempre sistemi efficienti. “È estremamente importante garantire che tutti i sistemi e tutti i prodotti consegnati funzionino come dovrebbero – ha spiegato – Quindi ciò significa che, ad esempio, quando consumiamo artiglieria abbiamo bisogno di munizioni e pezzi di ricambio e di tutta la logistica che ci permetta di aiutare questi sistemi di armi, quindi non è solo questione di assicurare nuovi sistemi ma anche di essere certi che i sistemi esistenti funzionino come dovrebbero”.

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