“Non ho visto sorprese, salvo l’astensionismo veramente impressionante. E credo che buona parte di questo astensionismo riguardi quel campo che chiamano ‘centrosinistra’, parola che ormai non ha senso, un po’ come ‘Europa’. Lì non si vede nessun progetto, nessuna iniziativa, nessuna fisionomia, nulla di chiaro”. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la vittoria del centrodestra alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, puntualizzando: “In questo momento, però, credo che la Meloni debba preoccuparsi molto di più di Berlusconi e di Salvini, che potrebbe seguirlo nella posizione filoputiniana espressa ieri dall’ex Cavaliere. E forse anche lei dovrebbe preoccuparsi del fatto che ormai quasi 2 italiani su 3 non vanno a votare in due Regioni che non sono proprio marginali, visto che stiamo parlando della Regione più ricca d’Italia e della Regione della Capitale d’Italia”.

Travaglio si sofferma poi sul Pd: “Finché non ci sarà il congresso, non sapremo che cosa sarà il Pd. Questa cosa non è ininfluente. Finora il Pd è stato guidato da Letta, che ha fatto quella politica sciagurata delle non alleanze. Si è alleato con quelli che non avevano voti, come Di Maio. Ha cercato addirittura di allearsi con Calenda e ha fatto l’accordo con piccoli partiti, tenendo fuori il M5s. Letta ha regalato l’Italia alla Meloni, quando bastava fare un’alleanza col M5s e oggi non ci sarebbe la Meloni al governo. Adesso cambieranno segretario. Speriamo che ne arrivi uno con un grammo di neuroni in più che sia in grado di capire cosa deve fare”.
Il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, obietta che, come il Pd, neanche i 5 Stelle hanno una identità chiara: “Da questo risultato elettorale si evince chiaramente che il M5s di Conte è il partito del Sud. Ma non campi solo del reddito di cittadinanza, che è una battaglia sacrosanta, ma la narrativa politica deve andare anche al di là di quello”.
“Sulla guerra – replica Travaglio – i 5 Stelle hanno una linea molto chiara completamente diversa da quella del Pd di Letta. Vedremo che linea avrà ora il nuovo Pd. Certo è che se vince la Schlein, il Pd avrà una linea; se vince Bonaccini, ne avrà un’altra. Peraltro, Berlusconi, che ha naso, si è tuffato da quella parte. Mica è scemo. Ha capito che gli italiani non ne possono più di inviare armi”.

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