Non sono di destra e non sono comunista, anche se mi spiace non essere comunista perché il comunismo ha la gloriosa utopia dell’uomo disalienato, ma non posso accettare la fase di dittatura del proletariato, proprio perché detesto ogni dittatura, qualsiasi dittatura, quindi anche quella del proletariato. In teoria il mio partito sarebbe il Pd, se il Pd non fosse l’attuale Pd. Il diritto di voto andrebbe esercitato con vivo entusiasmo. Votare turandosi il naso è tremendo, si rischia di soffocare. Sogno uno scenario politico in cui il cittadino possa votare con commozione, anche cerebrale!

Il disfacimento del Pd è sotto gli occhi di tutti. Si tratta di una carcassa politica che si cerca di rianimare in modo galvanico – creando una sorta di mostro – ispirandosi al dottor Frankenstein, un cadavere composto da pezzi di nuovi aspiranti leader. Così si innestano in questa “carogna” politica il bonario pragmatismo di Stefano Bonaccini, la sorridente vivacità di Elly Schlein, la pacata intellettualità di Gianni Cuperlo e l’anonima fragranza di Paola De Micheli. Ho come l’impressione che il Nazareno non resusciterà e resterà inchiodato alla croce della sconfitta politica. Manca l’emozione, manca un leader che faccia sognare, che riscaldi il cuore e che faccia dimenticare il tronfio Matteo Renzi che si pavoneggia nel vuoto della propria immagine ormai rottamata.

Ecco perché mi sento chiamato a suggerire un leader inconsueto per la rinascita del Pd, una rinascita radicale che sia palingenesi politica e rivoluzione interiore. In una parola: speranza. Propongo Al Bano, all’anagrafe Albano Antonio Carrisi. Con Al Bano facciamo il botto, ve lo assicuro. Uomo schietto, semplice, vigoroso, dinamico, ambientalista, figlio del Salento terra meravigliosa, agricoltore, cantante, cattolico ma non integralista, voce potente, sorriso conquistatore e soddisfatto di sé, presenza scenica, propagatore di felicità, lombi prolifici, amante del vino e della buona tavola, umanità solare, nel suo sangue circola la saggezza secolare degli ulivi, le sue mani profumano di concime, nei suoi occhi c’è il guizzo dell’intelligenza cristallina, sa essere amico di Putin e di Zelensky, unisce gli opposti, spiana le contraddizioni, canta l’Ave Maria di Schubert senza stonare, illumina le casalinghe di Voghera e di Cellino San Marco, fa danzare e gioire i bambini, ti guarda negli occhi senza esitazioni, senza finzioni, è carismatico, ha un gusto impeccabile per i cappelli, in lui c’è l’eco anche di Hollywood avendo sposato la bellissima Romina Power, figlia dell’indimenticabile Tyrone Power.

Nel sangue e nell’arena della vita politica porterebbe la sua luce del Sud, il suo ottimismo gagliardo e la sua immarcescibile voglia di vivere. E tutto sarebbe canto e beatitudine. Le lotte sociali, le rivendicazioni salariali, i turbamenti collettivi, niente di tutto questo avrebbe più cittadinanza nel nostro Paese, nel nostro Belpaese. Ci sarebbe solo un’imperitura felicità e la storia finalmente si riposerebbe sotto l’ombra di un ulivo.

Non è immaginabile un leader migliore di Al Bano. Non siete d’accordo? Da leader del Pd a presidente del Consiglio il passo è breve. Vi dirò di più: non si tratterebbe nemmeno più di politica, ma solo di vita, la meravigliosa vita che ognuno di noi si è conquistato sgomitando tra tanti spermatozoi ansiosi di fecondare l’ovulo del mistero: la femmina. Al Bano è un fecondatore incallito.

Chiedo perdono a Bonaccini, a Schlein, a Cuperlo, a De Micheli, ma con Al Bano non c’è niente da fare, non si può competere con la felicità. Con la promessa di felicità. Al Bano è il nostro leader ideale, no anzi, è il nostro leader reale. Bisogna solo avere il coraggio di riconoscere questa sublime, rivoluzionaria e luminosa realtà che fa rima con felicità! Lunga vita al Pd sotto il segno di Al Bano.

Che dite? Con questo pezzo mi sono guadagnato un cartone di bottiglie di Platone, il vino più importante delle Tenute Albano Carrisi? Uvaggio di Primitivo e Negroamaro affinato per dieci mesi in barrique! Che volete di più dalla vita? Manca solo un panino. Ed è felicità. Senza confini.

Articolo Precedente

Il popolo della sinistra è ancora vivo e attende una casa degna. Che non può essere il Pd

next
Articolo Successivo

La Russa e il busto del Duce: “Ce l’ho, me l’ha lasciato mio padre. Non capisco perché dovrei buttarlo, non lo farò mai”

next