“Può entrare solo chi è nato qui, lo prevedono le regole dettate dai soci”. Si è giustificato così, il titolare del Piper, una discoteca di Fontanafredda, Pordenone, dove è stata lasciata alla porta una donna solo perché nera. “Mi dispiace – le ha detto il buttafuori rimbalzandola – ma la signora non può entrare”. A questo “speciale” club privato, infatti, si può accedere solo se si è in possesso di una tessera rilasciata personalmente dal titolare del locale. La Questura ha aperto un fascicolo per capire se si configurano dei reati.

La polemica, montata sui social, ha costretto Edward Giacomini, proprietario del Piper, a giustificarsi, come si legge su Il Messaggero: “Sono amico di persone di razze e religioni diverse, le più disparate. Sinceramente non capisco proprio tutto questo chiasso. Qui non c’è davvero alcun problema di razzismo”, ha dichiarato il titolare. Il “chiasso” in realtà deriva dalla lettura del regolamento della discoteca: “L’entrata – si legge – è riservata a persone di oltre 40 anni e NATIVI della zona“. Questo per garantire, secondo chi ha redatto le regole, “un pubblico adulto con cui si vuole rivivere la magica atmosfera del revival al Mitico Piper di Fontanafredda, locale storico del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale per i cinquantenni”.

Sul quel “NATIVI” in maiuscolo si sono concentrate le attenzioni di Luca Carocci, questore di Pordenone: “In un club è senza dubbio possibile far entrare le persone subordinando l’ingresso all’esibizione di una tessera – spiega il questore -, ma la scelta non deve essere assolutamente legata a discriminazioni razziali. Questo non significa solo ‘se sei nero non entri’, ma resti fuori anche se sei nato a Napoli o a Milano. Quindi quel ‘nativi della zona’, per di più in maiuscolo, che si legge come lasciapassare al Piper club è illegittimo”.

Il caso del Piper verrà portato in Senato dalla parlamentare eletta in Friuli Venezia Giulia con il Pd, Tatiana Rojc: “Alla prima seduta utile depositerò un’interrogazione al ministro della Giustizia e al ministro dell’Interno affinché sia fatta chiarezza sul comportamento posto in atto dal locale”. Secondo Giacomini il problema non sussiste perché il Piper non è una discoteca normale: “Il nostro club – spiega – ha delle regole dettate dai soci. Siamo un club che propone delle feste private. Ogni due settimane circa, viene proposto un evento, ma è riservato. E la prima regola è quella di non voler arrivare alla capienza massima del locale” Poi spiega ancora: “Le feste sono spesso a tema. Può esserci la serata dove vige la regola di vestire scarpe blu, se uno si presenta con scarpe gialle o bianche, non entra”.

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