Dopo le sparate provocatorie, gli attacchi alle intercettazioni e ai pm antimafia e le conseguenti polemiche che hanno infastidito anche la presidente del Consiglio, nel pomeriggio il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si è presentato a Palazzo Chigi proprio per un incontro con la premier Giorgia Meloni. L’appuntamento era stato preannunciato nei giorni scorsi per “definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana”. Dopo il faccia faccia i due hanno parlato di piena sintonia e si sono fatti fotografare con abbracci, sorrisi e sguardi d’intesa. Meloni insomma blinda il “suo” ministro, fortemente voluto e con cui definisce il perimetro degli interventi da fare per arrivare a quella “giustizia giusta”, che passa per la “certezza del diritto” ma anche per la “certezza della pena”.

Al termine del colloquio durato circa tre ore – cui hanno preso parte anche il sottosegretario Alfredo Mantovano e il sottosegretario alla Giustizia Andra Delmastro – la presidente del Consiglio ha sottolineato che “dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”. Insomma, un modo per dare seguito alle parole spese nei giorni scorsi dai due protagonisti. Nordio, dopo aver affermato di non aver “mai minimamente pensato a dimettermi” aveva evidenziato “la perfetta sintonia” con la presidente del Consiglio, la quale in Algeria – prima attraverso una nota e poi in occasione del punto stampa successivo all’incontro con il presidente Tebboune – aveva blindato il Guardasigilli parlando di un rapporto “assolutamente ottimo”, ricordando di essersi “battuta perché potesse esserci lui a via Arenula”. L’incontro perciò è servito anche a dare un segnale, supportato da immagini, che la linea di palazzo Chigi non è in contrasto con quella del ministro.

Sul dossier giustizia è comunque intenzione di Meloni evitare uno scontro con la magistratura, aprendo piuttosto a un dialogo con i giudici per cercare insieme le soluzioni. Una linea di buonsenso ‘seguità anche dal Guardasigilli che, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, ha affermato che “ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura, all’accademia e alla magistratura”.

Nel corso dell’incontro, secondo quanto si apprende da fonti di governo, è stato affrontato il tema legato alla necessità di dar vita complessivamente a “una riforma più vicina al cittadino”, che preveda certezza del diritto e certezza della pena. Inoltre si è discusso della “epocale” separazione delle carriere, “per disegnare una giustizia più liberale”. Sul tavolo anche il varo di un enorme piano carcerario “come mai visto prima”, assicurano le fonti, per garantire certezza della pena. Meloni inoltre, secondo quando riferito, ha chiesto con forza un “deciso e radicale cambio di passo per fronteggiare la criminalità diffusa, che flagella i cittadini”.

Per la premier deve essere “una priorità garantire la sicurezza sociale dei cittadini”. Affrontato ovviamente anche il nodo legato all’utilizzo delle intercettazioni, “un tema di civiltà”: non è in discussione lo strumento, è il ragionamento, ma non si può accettarne un utilizzo distorto, un meccanismo perverso che ha prodotto fughe di notizie e gogne mediatiche che hanno distrutto la vita delle persone. Nordio ha quindi ricordato il grande tema della “paura della firma”, per questo secondo il ministro, serve una complessiva revisione dei reati contro la pubblica amministrazione che consenta agli amministratori di operare con serenità sapendo se gli atti firmati comportamento o meno un illecito. Questo per garantire anche una diversa velocità amministrativa, richiesta anche dal Pnrr, semplificando le norme dei procedimenti.

“Mi auguro che riusciremo a fare nel corso dei cinque anni la riforma della giustizia di cui tutti parlano da decenni, visto che la Cartabia non ha toccato nulla. Sulle intercettazioni, io penso che non possono essere usate all’infinito e pubblicate sui giornali senza che ci sia alcuna rilevanza penale. Se si sbircia dal buco della serratura, non è giustizia. Ma ho piena fiducia nel ministro Nordio, a me interessa che la giustizia civile abbia tempi certi. E avere come vicepresidente del Csm un avvocato libero ed equilibrato, mi rassicura”, ha detto in serata il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini

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