Christine Lagarde tiene duro e dal World Economic Forum di Davos promette che la Banca centrale europea continuerà la sua lotta all’inflazione. Sugli aumenti dei tassi la Bce terrà “la barra dritta fino a quando saremo entrati in territorio restrittivo abbastanza a lungo per riportare velocemente l’inflazione al 2%“. Attualmente l’inflazione media dell’area euro è del 9,2% (11,6% in Italia). Il 2% è considerato dalle autorità monetarie un valore ottimale per l’economia (sebbene questa impostazione non sia esente da critiche). Il modo che le banche centrali utilizzano per ridimensionare la crescita dei prezzi è l’aumento dei tassi che in sostanza è un modo per ridurre la quantità di moneta in circolazione e raffreddare la crescita economica. Lagarde ha spiegato che l’inflazione “continua ad essere troppo alta” e ha sottolineato che il mercato del lavoro europeo “non è mai stato così vibrante”.

La presidente della Bce si dice poi ottimista sulle prospettive economiche della zona euro. “Le notizie sull’economia sono diventate “molto più positive e probabilmente l’economia andrà incontro solo a una piccola contrazione” . Diversi indicatori nelle ultime settimane hanno infatti mostrato un andamento dell’economia nel complesso confortante e migliore delle attese. Gli analisti che avevano dato quasi per certa una recessione nel corso del 2023 stanno ora smussando le previsioni in senso migliorativo.

A ribadire la “linea dura” della Bce è stato anche il membro del consiglio direttivo e governatore della banca centrale olandese Klaas Knot che, sempre parlando a Davos, ha detto che l’inflazione di fondo nell’area euro “non ha ancora svoltato l’angolo” e dunque “alcuni sviluppi di mercato visti di recente non sono molto benvenuti, dal mio punto di vista” né sono “compatibili con un ritorno dell’inflazione al 2%”. La Bce “non si limiterà a un solo rialzo da mezzo punto, questo è sicuro”. “Non temo che la Bce faccia una politica tropo restrittiva”, ha commentato il numero uno di Deutsche Bank, Christian Sewing, precisando che secondo lui la Bce ha fatto “esattamente le cose giuste dall’estate scorsa e posso solo incoraggiarla. Il peggio che potrebbe accadere è che l’inflazione non sia sotto controllo”.

Dal ministro delle Finanze olandese Mark Rutte arriva un rimbrotto all’Italia. “Dobbiamo fare diverse cose allo stesso tempo. Dobbiamo ridurre l’indebitamento pubblico, che è ancora troppo alto in Italia, in Francia ed altri Paesi, alcuni grandi, e appesantisce la crescita”, ha affermato nel suo intervento. Rutte ha criticato in particolare la spesa pensionistica: “dobbiamo fare riforme strutturali, in particolare delle pensioni, se si guarda all’Italia, alla Francia e altri spendono dal 10 al 15% del Pil nelle pensioni” togliendo risorse che potrebbero aiutare le famiglie contro l’inflazione.

Altro tema molto discusso negli incontri sulle Alpi svizzere è il maxi piano statunitense per sostenere l’industria nazionale che rischia di penalizzare i concorrenti europei. L’Inflation Reduction Act con cui l’amministrazione Biden finanzierà la transizione green delle imprese “è fatta in maniera discriminatoria, non per costruire catene del valore transatlantiche ma piuttosto per tagliarle”, ha detto il Commissario Ue al Commercio Valdis Dombrovskis, spiegando di aver parlato del tema con la Rappresentante del Commercio americana Katherine Tai questa settimana: “ci sono delle aperture e continuiamo a lavorarci. Vediamo quanto riusciremo a ottenere per risolvere nostre preoccupazione”. Secondo il commissario per per gli affari economici Paolo Gentiloni l’Europa deve rispondere “non con un via libera generalizzato agli aiuti di Stato, ma con una velocizzazione in settori circoscritti” che “deve essere accompagnata a fondi comuni”. E sui tempi per una proposta della Commissione europea sul Piano Industriale Green “grosso modo stiamo parlando della primavera”.

A frenare è di nuovo l’olandese Rutte che critica duramente la richiesta – forte in Italia – che ad aiuti di Stato più veloci sia affiancata una dotazione finanziaria comune europea per aiutare i Paesi più indebitati. Ma anche l’idea di gettare alle ortiche le regole sugli aiuti di Stato. “Ora alcuni dicono, servono più finanziamenti europei, beh, ce ne sono così tanti“, ha il ministro olandese . “Non sono a favore, ci sono così tanti soldi messi in comune, il recovery fund, i progetti europei, i soldi per gli obiettivi 2030 per la transizione energetica”.

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