E’ conosciuto come “l’architetto di Putin” e su di lui pende un mandato d’arresto in carcere firmato dalla Procura di Brescia nell’ambito di un’inchiesta per reati fiscali. Per Lanfranco Cirillo il 23 febbraio davanti al tribunale di Brescia inizierà il processo a suo carico e per la giustizia italiana è latitante. “La Russia è la mia casa. Qui ho il mio lavoro, i miei interessi e le mie principali relazioni. Al momento non ho motivo, e neppure desiderio, di rientrare in Italia, visto il trattamento che mi è stato riservato”, afferma l’imprenditore che ha realizzato i sogni del presidente russo. Per lui infatti ha realizzato il progetto del Palazzo d’Inverno sul Mar Nero e ha lavorato anche per numerosi oligarchi russi. Nel 2014 Putin in persona gli aveva dato la cittadinanza russa.

Nei mesi scorsi a Cirillo sono stati sequestrati oltre 140 milioni di euro. La Guardia di Finanza, su disposizione del gip Alessandra Sabatucci, ha messo sotto sequestro la lussuosa villa dell’architetto a Roncadalle, nel Bresciano, e un’altra in Sardegna. E poi opere d’arte di Picasso, Cezanne, De Chirico, Fontana che rientrano nel catalogo delle 143 opere riconducibile a Cirillo. Sotto sequestro anche l’elicottero personale dell’architetto e 670mila euro in contanti. Oltre a borse, gioielli, argenteria, bottiglie di vino pregiato, auto, moto, terreni agricoli, uno yacht, tappeti e oltre 670mila euro in contanti. Oltre a tutti i conti correnti intestati al 63enne.

“Mi è stato detto che non avrei neppure la possibilità di prendere un aereo per venire in Italia, perché è stato diffuso un mandato Interpol nei miei confronti, addirittura una red notice, normalmente riservata a terroristi e narcotrafficanti” ha sostenuto Cirillo all’Ansa aggiungendo poi che “non riesco a capire due cose. Primo: a che cosa serve un mandato Interpol, che come tutti sanno è lo strumento per “ricercare” nel mondo una persona, quando l’autorità giudiziaria italiana non ha nessun bisogno di cercarmi perché sa benissimo che mi trovo a Mosca e conosce perfettamente il mio indirizzo; secondo: perché è stato chiesto un mandato Interpol e, invece, non viene chiesta la mia estradizione in Italia, attraverso la ordinaria procedura prevista dalla legge, che consentirebbe di conoscere quali sono le contestazioni che mi riguardano e i documenti su cui si fonderebbero. E’ un trattamento ‘speciale’ – ha concluso – che trovo molto strano e non capisco, ma sarà perché sono un architetto e non un avvocato”.

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