Il 2022 è finito come è iniziato, con l’ennesima storia da film hollywoodiano: una tempesta ghiacciata che si abbatte sul nord America e che paralizza mezzo continente. Storie incredibili: persone morte congelate in macchina, intere città senza elettricità, traffico aereo in tilt a due giorni da Natale, venti polari così freddi da ghiacciare in pochi minuti intere abitazioni, proprio come avviene nella pellicola statunitense The Day After Tomorrow.

Intanto in Sicilia la gente trascorreva Natale in spiaggia facendo il bagno. Avvenimenti fino a pochi giorni fa considerati surreali, come surreale appariva a gennaio l’invasione dell’Ucraina avvenuta a febbraio. Anche se preannunciato per qualche settimana dall’amministrazione Biden, l’ingresso delle truppe russe in Ucraina ha lasciato gran parte del mondo a bocca aperta.

Viviamo in tempi eccezionali perché la costante ormai è l’imprevedibilità. Sotto questo aspetto l’anno che ci siamo lasciati alle spalle non è diverso da quello che lo ha preceduto e, molto probabilmente, da quello appena iniziato. Da qualche anno siamo entrati in una fase esistenziale del pianeta e di chi lo popola fuori controllo, non si può più fare affidamento sul clima come non è possibile prevedere le prossime mosse politiche o anticipare l’andamento dei mercati.

Già da prima del 2019, l’anno del Covid, gran parte di ciò che è accaduto si è verificato al di fuori del nostro controllo e ci ha lasciati sgomenti: la vittoria di Donald Trump e la Brexit, ad esempio. Ma anche il fatto che il mondo si è letteralmente fermato per combattere il Covid, chi avrebbe mai creduto che quasi 8 miliardi di persone avrebbero ubbidito come tanti soldatini e si sarebbero chiusi in casa?

Intanto, grazie all’online, l’economia ha continuato a marciare, mettendo a tacere tutte le previsioni catastrofiste, altro avvenimento imprevedibile. Al contrario i problemi sono sorti quando si è iniziato a ricominciare a vivere una vita normale e le infrastrutture sono state insufficienti difronte all’aumento della domanda, anche la forza lavoro lo è stata e così l’inflazione è tornata a fare capolino nelle economie industrializzate e in quelle ancora in via di sviluppo. Nel bel mezzo di questo squilibrio la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina, gli europei hanno imposto un embargo durissimo contro il più importante esportatore di energia e si sono preparati per un inverno al freddo senza gas russo. Le bollette hanno iniziato a gravitare anticipando il peggio, ma l’inverno non è mai arrivato, nel sud Europa assomiglia ad una calda primavera.

E ancora: dopo 20 anni gli americani hanno abbandonato l’Afghanistan ai Talebani che si sono subito dati da fare per riportare le lancette del tempo indietro, ai tempi del califfato di Mullah Omar, e così 20 anni di guerre contro il fondamentalismo islamico sono svaniti nel nulla. Chi poteva prevedere nel 2001 quando si attaccava l’Afghanistan o nel 2003 quando si invadeva l’Iraq che tutte le vite perse in guerra e tutti i miliardi spesi non sarebbero serviti a niente?

E chi avrebbe mai immaginato che le giovani donne iraniane si sarebbero messe alla guida di una rivoluzione contro il regime, che i cinesi si sarebbero ribellati contro il partito comunista e avrebbero costretto la leadership a cambiare politica sul Covid? Che un primo ministro britannico donna sarebbe stato ‘scacciato’ dai mercati e che invece una donna sarebbe diventata presidente del Consiglio in Italia grazie al voto popolare?

Il 2023 assomiglierà molto al 2022, sarà all’insegna dell’imprevedibilità. E se vogliamo fare qualche previsione avventuriamoci nel surreale: Elon Musk perderà il controllo della Tesla; i bitcoin riprenderanno quota; Rushi Sunak si dimetterà e Boris Johnson prenderà il suo posto; Giorgia Meloni sarà la donna dell’anno per Time Magazine; Zelensky dovrà sedersi al tavolo della pace con Putin; non ci sarà estate in Europa, pioverà tutto il tempo.

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