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Prescrizione, le destre votano con Azione e Iv: ok all’odg per cancellare il blocco di Bonafede

I favorevoli sono stati 186 e i contrari 115. A votare sì, oltre al gruppo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, anche tutta la maggioranza di centrodestra, dopo che sulla proposta è arrivato il parere favorevole del governo. Per trasformare in legge il proposito approvato, Costa ha fatto sapere di aver pronto un testo da depositare in Parlamento, che chiederà di calendarizzare il prima possibile. E sul tema è arrivato anche l'impegno della premier Giorgia Meloni
Prescrizione, le destre votano con Azione e Iv: ok all’odg per cancellare il blocco di Bonafede
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La Camera ha approvato l’ordine del giorno al dl Rave a prima firma di Enrico Costa (Azione-Italia viva) che impegna il governo a cancellare il blocco della prescrizione del reato dopo la sentenza di primo grado, introdotto nel 2019 dalla legge Spazzacorrotti. I favorevoli sono stati 186 e i contrari 115. A votare sì, oltre al gruppo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, anche tutta la maggioranza di centrodestra, dopo che sulla proposta è arrivato il parere favorevole del governo. Contrari Pd e Movimento 5 stelle. Nell’atto di indirizzo (sottoscritto anche da Forza Italia e Noi Moderati) si chiede di “predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio, rimuovendo le criticità derivanti dalla legge 3/2019″, cioè appunto la Spazzacorrotti. Su questo aspetto, per la verità, la riforma dell’ex ministro Alfonso Bonafede è già stata quasi neutralizzata da quella della sua successora, Marta Cartabia, che ha introdotto il meccanismo dell’improcedibilità: anche se la prescrizione sostanziale (cioè l’estinzione del reato) non corre più dopo la sentenza di primo grado, il processo “muore” comunque se non si conclude entro due anni in Appello e un anno in Cassazione.

L’approvazione dell’odg conferma l’intenzione del governo di smantellare tutte le previsioni più importanti della legge anticorruzione, dopo la restituzione dei benefici penitenziari ai condannati per reati contro la p.a. (approvata con un emendamento allo stesso dl Rave) e il disegno di legge per impedire di far ricorso alle intercettazioni mediante trojan nelle indagini su quegli stessi reati. Per trasformare in legge il proposito approvato, Costa ha fatto sapere di aver pronto un testo da depositare in Parlamento, che chiederà di calendarizzare il prima possibile. E sul tema è arrivato anche l’impegno della premier Giorgia Meloni: “Rimane un fondamento dello Stato di diritto, altrimenti rischiamo di avere indagati o imputati a vita. Credo che su questo ci sia un consenso trasversale, è uno degli elementi che ci stanno a cuore”, ha detto nella conferenza stampa di fine anno, benedicendo l’asse con Renzi e Calenda. Annuncia le barricate, come ovvio, il M5s: “Si sta andando verso un sistema della giustizia che distingue i cittadini di serie A e di serie B”, ha denunciato il leader Giuseppe Conte. “Da un lato i cittadini che con l’aiuto di buoni avvocati e cavilli potranno invocare la prescrizione e dall’altro chi non può pagarsi buoni avvocati e le vittime dei reati che non potranno ottenere giustizia“, ricorda.

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