La nave “Life support” di Emergency ha attraccato nel porto di Livorno. A bordo della nave 142 persone: 109 uomini, 26 minori non accompagnati di età compresa tra i 13 e i 17 anni e cinque donne, di cui una incinta di 7 mesi. I migranti, secondo quanto reso noto da Emergency, provengono da Bangladesh, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio. Molti di loro, riporta Emergency in una nota, “raccontano di essere stati reclusi arbitrariamente in Libia dove hanno subìto violenze di vario genere”. “Sono persone che scappano da violenze, devastazioni e luoghi di guerra, siamo felici che finalmente tocchino terra”, ha detto Rossella Miccio, presidente di Emergency. Durante le operazioni di sbarco sono intervenuti mediatori linguistici e culturali della prefettura e uno psicologo, oltre ai medici della Sanità Marittima. I migranti saranno sottoposti al tampone e ad una prima analisi medica. Tra i primi a scendere dalla nave un giovane 25enne con la febbre che è stato ricoverato in ospedale. Alcuni striscioni di benvenuto per i migranti sono stati esposti o appesi in diversi punti nell’area portuale. Sono tutti riconducibili all’area politica della sinistra radicale. Intorno alle 5 alcuni militanti di Potere al popolo davanti al monumento dei 4 Mori, simbolo della città, situato davanti al porto vecchio, hanno esposto lo striscione con la scritta “Livorno solidale e antirazzista“. Un altro striscione invece campeggia a due passi dal molo 75, la banchina assegnata per l’attracco della nave con la scritta “Dal 1591 qui nessuno è straniero“. Il riferimento è alle leggi livornine del granduca di Toscana, Ferdinando I, fatte per richiamare a Livorno popolazione attiva in grado di favorire lo sviluppo economico della città e dell’economia marittima del Granducato (“mercanti di qualsivoglia Nazione” era per l’appunto la dicitura usata nel testo delle leggi).

Da quanto si apprende, sulla nave ci sarebbero almeno 30 casi di scabbia: “Adesso affrontiamo la fase più delicata – ha spiegato il sindaco di Livorno Luca Salvetti – Il check sanitario è in corso. Comandante della nave e Emergency lavorano incessantemente per trasmettere serenità a chi è a bordo. I migranti sono stati divisi in gruppi e scenderanno nove alla volta, prima i bambini e le donne. Il percorso è il seguente: riconoscimento, generalità, check sanitario e poi assistenza con cibo e abiti”. Il sindaco ha sottolineato che sono “cambiate le destinazioni per lo smistamento” delle persone e più precisamente Marche, Molise e Abruzzo al posto di Lombardia e Emilia Romagna (rimane la Liguria). Il primo cittadino di Livorno è intervenuto anche sull’accoglienza dei minori: “I circa 30 minori non accompagnati rimarranno in Toscana: il Comune si farà carico di nove ragazzini, abbiamo già individuato strutture specializzate. Impegno maggiore perché la priorità è farli entrare in un percorso protetto“. Salvetti spiega di essere “rimasto colpito dal rapporto umano bellissimo tra migranti e volontari di Emergency. Non potendosi abbracciare al saluto prima di scendere si sono spesi in parole di ringraziamento per aver salvato loro la vita“.

“In Libia sono stato arrestato tre volte – racconta un uomo pachistano soccorso dalla Life Support – Mi hanno liberato in cambio di soldi, me li facevo mandare dai miei parenti che vivono in un villaggio molto povero del Kashmir. Si sono dovuti indebitare per potermi aiutare”. “È la prima volta che dormo in due anni – racconta un somalo appena maggiorenne – In Libia lavoravo come muratore per poter sperare di imbarcarmi. La notte stavo sempre con un occhio aperto perché venivano a picchiarmi, quando ne avevano voglia, a volte senza motivo”.

Roberto Maccaroni, coordinatore sanitario della Life Support ha spiegato che 72 persone hanno navigato in una barca di 7 metri di lunghezza. Molte persone, infatti, hanno viaggiato nella stiva rannicchiati e schiacciati tra loro. “Adesso fanno fatica a stare in piedi. Presentano contratture muscolari molto dolorose e hanno difficoltà a muoversi”, ha detto Maccaroni. “Mentre navigavamo – racconta un altro migrante anche lui pachistano- uno dei ragazzi con noi a bordo è caduto in acqua senza saper nuotare. Gli abbiamo lanciato una tanica vuota a cui si è aggrappato. Con la barca così carica abbiamo corso il rischio di ribaltarci, ma non lo abbiamo abbandonato”.

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