“Cerchiamo un partner industriale per farla funzionare”, ha detto, secondo quanto si apprende, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso del Cdm a proposito del dossier della vendita di Ita. Con questa speranza il Consiglio dei ministri ha quindi approvato un decreto per velocizzare le procedure cessione. Sono confermati i soggetti che hanno partecipato alla precedente procedura e contestualmente viene meno il vincolo per il Tesoro a non cedere la maggioranza. Al momento la compagnia è al 100% in mano al ministero dell’Economia. Assume importanza rilevante, ai fini della vendita- si spiega in ambienti di governo – il piano industriale del candidato acquirente della compagnia aerea. Tra le novità c’è anche un aumento di capitale riservato al futuro partner industriale di Ita. Sulla compagnia pare ci sia, forse, un interesse da parte della tedesca Lufthansa. Vedremo se questa volta si andrà oltre le dichiarazioni di intenti come successo sinora. Nelle ultimi mesi si sono tirati indietro il fondo statunitense Certares, Air France e il gruppo navale Msc.

La compagnia sinora ha volato perdendo circa 1,5 milioni di euro al giorno (300 milioni la perdita nei primi 9 mesi) nonostante le ridotte dimensioni della flotta. A inizio novembre il Tesoro ha versato alla compagnia altri 400 milioni, penultima tranche degli 1,3 miliardi di trasferimenti autorizzati da Bruxelles. Restano 200 milioni di euro, dopo di che lo Stato non potrà più sostenere Ita in base agli accordi raggiunti con Bruxelles.

Il management è però ottimista e redige un piano che preannuncia redditività. “Per la prima volta, negli ultimi venti anni nel budget della compagnia di bandiera italiana, i ricavi superano i costi“, ha annunciato oggi l’amministratore delegato Fabio Lazzerini, precisando che c’è stata “molta attenzione ai costi”. Ad esempio, “l’aumento di carburante, del 107%, ha impattato solo per il 55/60% dei conti, il resto è stato compensato da maggiori ricavi e dal risparmio dei costi“. “Siamo una startup nata nell’ottobre 2021, poco dopo c’è stato Omicron, poi guerra, poi il caro carburante. Eppure, nonostante questo, la compagnia sta avendo performance decisamente superiori alle aspettative”, ha spiegato. L’anno prossimo “sul lungo raggio raddoppieremo i posti offerti, sia in Nord America che in Sud America”. Inoltre, Ita “ha aperto il collegamento con Tokyo un mese e mezzo fa e due settimane fa quello con New Delhi. Stiamo mantenendo il nostro impegno, soprattutto nel lungo raggio, che è un bisogno del Paese e una fonte di reddito principale”. Lazzerini ha segnalato che “più si rafforza il lungo raggio più si sviluppano i voli domestici, sia in andata sia in ritorno: sempre di più porteremo passeggeri intercontinentali anche nei territori”.

Domani intanto si svolgerà il secondo confronto tra i vertici di Ita Airways e i sindacati sul tema dell’aumento dei salari dei dipendenti della compagnia, dopo la fine della fase di start up. Quanto alle future assunzioni (1.200 nuovi posti) Lazzerini ha precisato che il bacino ex Alitalia “è nostro riferimento e non solo perché abbiamo la consapevolezza che ci sono persone in cassa integrazione con professionalità ottime per le nostre esigenze e per la consapevolezza che la cassa integrazione è pagata dallo Stato. Faremo di tutto perché ci sia un accesso al bacino”. La precisazione arriva dopo che la compagnia ha organizzato due giornate di recruiting, a Milano e a Roma, aperte a tutti.

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